La composizione dei vertici delle Nazioni Unite farraginosa ed assurda, disegnata sugli equilibri del mondo alla fine della seconda guerra mondiale e in piena guerra fredda. Un Consiglio di sicurezza che dovrebbe decidere tutto e che, col potere di veto reciproco tra i suoi cinque membri di diritto, i vincitori della guerra mondiale, Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia, non ha mai fermato una guerra nel mondo. Salvo benedire o esecrare le guerre in corso o già fatte. Insomma l’Onu, o meglio, le Nazioni Unite, costosissima macchina burocratica planetaria con sede a New York, Palazzo di vetro, sono molto molto molto meno di quanto il mondo avrebbe bisogno che fossero.
Ed ecco la pensata, per come la racconta Internazionale. L’attuale segretario generale, il sudcoreano Ban Ki-moon, l’aveva ‘buttata lì’ ad agosto in un discorso informale, quasi a caso.
“Dopo sette decenni e otto leader uomini non potrebbe essere venuto il momento di vedere una donna al vertice dell’organizzazione?”.
Ovviamente la decisione non spetta a Ban Ki-moon, ma ai rappresentanti dei quindici paesi membri del Consiglio di sicurezza, che devono raccomandare un candidato e sottoporlo all’approvazione dell’Assemblea generale.
Per tradizione il segretario generale viene scelto a rotazione tra le diverse regioni del mondo. L’incarico è già stato ricoperto da funzionari provenienti da Asia, Africa, America Latina ed Europa occidentale. I paesi dell’Europa orientale, tra cui la Russia, sostengono che adesso toccherebbe a loro.
Il Consiglio di sicurezza, tutto al maschile, ha condotto tre votazioni informali su dodici candidati, ora ridotti a dieci: in testa alle preferenze è risultato sempre Antonio Guterres, ex primo ministro portoghese ed ex alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Ma ora la bomba ‘femminista’.
Il candidato finale dovrebbe essere selezionato entro ottobre ed entrare in carica il 1 gennaio 2017.
Ecco le cinque donne che rientrano nella rosa dei candidati e potrebbero puntare a guidare le Nazioni Unite
Irina Bokova, 64 anni, Bulgaria
Direttrice generale dell’Unesco
Parla fluentemente quattro delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite ed è stata eletta due volte alla guida dell’Unesco con voto diretto degli stati membri. Le credenziali Onu di Irina Bokova sono solidissime. Vorrebbe vedere “un’Onu più efficiente”. È appoggiata dalla Russia.
Helen Clark, 66 anni, Nuova Zelanda
Capo del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite
Alla guida dell’Undp dal 2009, Helen Clark è stata la prima donna a ricoprire questa carica. In precedenza è stata per tre volte primo ministro della Nuova Zelanda, dal 1999 al 2008. Clark ritiene che “per essere forte e rilevante, l’Onu deve essere flessibile, pratica ed efficace”.
Christiana Figueres, 60 anni, Costa Rica
Segretario esecutivo della Convenzione quadro sul cambiamento climatico delle Nazioni UniteA Figueres è ampiamente riconosciuto il merito di aver contribuito a rinvigorire l’azione globale sul clima dopo il fallimento del vertice di Copenaghen del 2009, dove è stato impossibile raggiungere un accordo poi effettivamente firmato nel 2015. In caso di vittoria, si è impegnata a dare vita a un nuovo modello di “diplomazia collaborativa”.
Natalia Gherman, 47 anni, Moldova
Ministra degli esteri e dell’integrazione europea della Moldova (2013-2016)
Una carriera nella diplomazia, Gherman ha ricoperto l’incarico di ministra degli esteri e dell’integrazione europea e di vice primo ministro della Moldova. Gherman parla quattro lingue e ha guidato per la Moldova i negoziati per l’accordo di associazione Moldova-Unione europea e per la Zona di libero scambio globale e approfondito con l’Unione europea.
Susana Malcorra, 61 anni, Argentina
Ministra degli esteri dell’Argentina
Attualmente alla guida del ministero degli esteri in Argentina, Malcorra ha ricoperto in passato l’incarico di capo di gabinetto dell’ufficio esecutivo delle Nazioni Unite, nominata dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. Parla quattro lingue e ha lavorato alla Ibm prima di diventare presidente di Telecom Argentina.