
Iraq: la notizia che apre ufficialmente la crisi tenuta sino a ieri praticamente nascosta, arriva il giorno di Ferragosto, la giornata giusta per golpe e notizie da seppellire.
Il parlamento iracheno approva un rimpasto di governo. “Il primo ministro Haider Al Habadi ha ottenuto la fiducia su sei nuovi nomi dell’esecutivo, proposti per attuare un programma di riforme anticorruzione”, è la sintesi da agenzia. La fiducia rafforza la posizione di Abadi impegnato nella riconquista di Mosul, la città sotto il controllo del gruppo Stato islamico.
Crisi di governo per riforme anticorruzione è indiretta confessione di colpa.
Il parlamento iracheno minacciato dalla proteste popolari, e attaccato dal suo interno. Il ministro della difesa Khalid al Obeidi con un gruppo di suoi ufficiali si è precipitato in parlamento dove doveva rispondere alle accuse di corruzione dei deputati. Attacco prima di essere attaccato.
Il ministro ha accusato nove deputati di aver tentato di corromperlo per alcuni contratti riguardanti commesse di armi e di cibo destinato ai soldati, e per la nomina di nuovi ufficiali.
Il ministro ha fatto i nomi dei nove; tra questi figura anche quello del presidente del parlamento Salim al Jubouri, che ha deciso immediatamente di dimettersi.
Scelta tattica molto furba, commenta Zuhair al Jezairy, giornalista iracheno su Internazionale. Una bomba lanciata qualche giorno prima dell’inizio della battaglia decisiva per liberare Mosul, quando sostituire il ministro della difesa pareva impensabile, e qualche giorno dopo la visita di Al Obeidi a Washington, dove aveva ricevuto molti elogi per le sue capacità militari. Inoltre, nel momento peggiore per il parlamento, assalito pochi giorni prima dai manifestanti che chiedevano riforme.
Ma c’è da fidarsi davvero tanto di Al Obeidi forte del consenso riscosso nell’esercito come leader sul campo di battaglia e degli apprezzamenti ricevuti durante la sua visita a Washington?
«Tenterà un colpo di stato o sarà sconfitto dai delinquenti in parlamento?».
Risposta pervenuta pochi giorni fa: il golpe democratico lo fanno altri.
Il Parlamento con i suoi corrotti e a stretta maggioranza è riuscito a far approvare l’impeachment del ministro della difesa Khaled Al Obaidi.
«Alla fine quelli che hanno messo l’Iraq in questa terribile situazione l’hanno avuta vinta -ha replicato Al Obaidi dal nord dell’Iraq, dove si trova per supervisionare l’offensiva contro il gruppo Stato islamico a Mosul. Nel suo messaggio all’esercito e al popolo iracheno, il ministro ha detto di aver cercato di combattere i corrotti, -ma sono più forti di me e le loro voci contano di più».
Il voto sull’impeachment ha spaccato il parlamento in base all’appartenenza settaria: il blocco dell’ex premier Nuri al Maliki contro quello dell’attuale capo del governo, Haider al Abadi. Allo stesso tempo, il risultato dimostra la forza dei corrotti in parlamento.
La battaglia finale per le liberazione di Mosul e la sconfitta finale di Isis, Stato Islamico, Califfato, o Daesh, come uno preferisce chiamarlo, ovviamente rinviata per intrallazzo politico superiore.