
Qualcuno si chiede, dopo l’incontro al vertice di Ventotene, “C’è da sperare?”. A costo di figurare quale pessimista a oltranza, a me pare di no, e spiego subito il perché.
Si notino di primo acchito alcuni fatti. Renzi (innanzitutto) e Hollande (un po’ meno, ma solo un po’) hanno dimostrato ancora una volta di essere totalmente succubi di Angela Merkel.
Il nostro premier continua a pietire flessibilità, e tuttora non si capisce se – e fino a che punto – la cancelliera teutonica abbia intenzione di cedere su questo punto. Probabilmente lo farà, ma è comunque segno di debolezza e di squilibrio che ai tedeschi venga riconosciuta “de facto” un’egemonia negata sul piano ufficiale. In teoria, infatti, i tre leader si sono incontrati su un piano di perfetta parità.
Ma un altro fatto è altrettanto importante. Si rammenterà che il famigerato George Soros, grande speculatore internazionale nonché sponsor accanito della cosiddetta “rivoluzione ucraina”, aveva preannunciato una tempesta finanziaria (leggi speculativa) che avrebbe coinvolto il sistema bancario italiano.
Detto fatto. Tale tempesta si è verificata poiché Soros non è tipo da minacciare invano. In passato lui è riuscito -da solo- a mettere in ginocchio la sterlina manovrando abilmente nelle Borse mondiali.
Si dà tuttavia il caso che il sistema bancario tedesco non sia in condizioni molto migliori di quello italiano. La gravissima crisi di Deutsche Bank è nota a tutti, ma Soros neppure si sogna di menzionarla o di riservare al colosso di Francoforte lo stesso trattamento che stanno ora subendo i nostri istituti di credito. Ergo, come diceva Giulio Andreotti, a pensar male si commette peccato, ma spesso ci si azzecca.
E ancora. Al centro delle discussioni ci sono come sempre temi economici e finanziari, quasi che il resto non contasse. I parametri di Maastrich continuano a dominare la scena, e la Germania non sembra disposta ad arretrare quando vengono messi in dubbio.
Eppure il mondo, intorno all’Europa – ma pure dentro i suoi confini – brucia e non dà segni di una prossima quiete. E’ sorprendente che i tedeschi, tra i più coinvolti nel dramma dei migranti e tra i più colpiti dal terrorismo (anche interno) continuino sulla linea disastrosa degli ultimi due decenni.
Dunque la Brexit, per quanto vituperata, non ha insegnato niente. Se si continua così è lecito supporre che ci saranno altre “exit”, soprattutto tra i Paesi dell’Europa orientale che stanno diventando sempre più insofferenti nei confronti delle regole assurde imposte, in apparenza, da Bruxelles, e in realtà da Berlino.
Può darsi che il vertice di Ventotene sia un successo mediatico, come scrivono alcuni quotidiani nostrani. Ma, sul piano sostanziale, a me sembra un flop.
Povero Altiero Spinelli e poveri europeisti a oltranza. Gli ideali contenuti nel “Manifesto” appaiono ormai lontani, nascosti da una cappa di mediocrità e di ipocrisia che nemmeno la bellezza dell’isola riesce a nascondere.