
Stato Islamico, o Isis, o Daesh, o Califfato, come uno scelga di chiamarlo, non è oggi e non è mai stato prima, quando pareva vincente, «una forza militare seria né un’entità sovrana credibile». Rami Khouri, giornalista libanese, evita di aggiungere che le sopravvalutazioni soprattutto occidentali sono state frutto della paura rispetto ad un terrorismo medioevale che ti colpisce in casa nei modi più cruenti immaginabili. Per valutazione ormai condivisa da analisti e intelligence mondiali, «il sedicente “stato” o “califfato” che opera in aree della Siria, della Libia e dell’Iraq è destinato a sparire», ma non i problemi legati alla sua nascita e non cancellati dalla sua scomparsa.
Il mondo dopo Isis come?
La forza militare dell’Isis esaltata dalla stupida incoerenza altrui attorno a partite strategiche collegate, vedi il sostegno ottenuto in Siria per cacciare Assad. Solo negli ultimi sei mesi le forze aeree straniere (così le chiama Rami), si sono coordinate con importanti truppe di terra provenienti da Iraq, Siria, Kurdistan, Libia, Iran e altre entità sostenute dall’Iran, per attaccare con forza le città controllate dall’Is. Scontata la sconfitta militare delle forze dell’Isis, che sono quasi ovunque in ritirata. Il contesto puramente militare di questo gruppo criminale è -alla fin fine- il più semplice da affrontare, conclude il giornalista libanese.
Lo Stato islamico nel mondo arabo
Peggio le condizioni socioeconomiche e politiche del mondo arabo che la formazione di Is hanno favorito. Lo Stato islamico nasce in sacche di paesi arabi e non arabi, «che condividono sistemi politici autocratici, incapaci e corrotti, conflitti settari interni, disparità socio economiche diffuse che creano una classe di emarginati e disperati». Masse di individui insoddisfatti che cercavano un’alternativa alla loro vita difficile e governi inetti incapaci o riluttanti ad affrontare l’Is una volta che si era affermato sul loro territorio. Dopo Isis quindi, sarà necessario offrire una prospettiva di vita decente agli abitanti di questi paesi.
Dall’interno del mondo arabo
Analisi dei politologi e analisti all’interno del mondo arabo valutano che il supporto attivo o anche l’accettazione remissiva dello Stato islamico coinvolga tra il 5 e il 20 per cento della popolazione. In altre parole, su 400 milioni di arabi esiste un numero compreso tra i 20 e gli 80 milioni di individui che sostengono o comprendono le ragioni dello Stato islamico. Il numero di sostenitori più coinvolti, finanziatori, ammiratori, membri e facilitatori logistici dell’Is nel mondo arabo probabilmente non supera le poche centinaia di migliaia, ma il serbatoio di possibili aderenti o simpatizzanti è nell’ordine dei milioni.
Isis alternativa disperata
Secondo Rami Khouri, queste persone non sostengono lo Stato islamico perché ne condividono l’ideologia, ma solo perché l’Is rappresenta la più comoda alternativa alla vita di stenti che conducono, un destino che considerano inevitabile per i loro figli e nipoti. Povertà, dolore, esclusione, discriminazione, sofferenza. Quindi, nessuna illusione che la vittoria militare che si prospetta basterà ad eliminare questi movimenti estremisti, conseguenza delle nostre carenze politiche e socioeconomiche. Un tempo si sarebbe chiamata discriminazione di classe e l’azione armata non avrebbe invocato Dio ma la rivoluzione.
Atto d’accusa dalla povertà araba
Né i governi arabi né altri Paesi di peso politico economico planetario, come Stati Uniti, Russia, Iran e Regno Unito «hanno mostrato un accenno, un gesto di comprensione, nel voler migliorare le condizioni che alimentano l’estremismo ideologico e la militanza criminale. I governi di Egitto, Giordania, Siria, Iraq, Arabia Saudita, Kuwait, Algeria e altri paesi arabi sono minacciati dallo Stato islamico più di chiunque altro, ma sono gli stessi che mostrano la minore volontà di avviare il cambiamento radicale necessario per estirpare l’Is alla radice». Per la nostra attualità, basta pensare all’attenzione riservata al flusso migratorio, senza cercare di contrastarne le origini.
L’amarezza di Rami Khouri
«I loro sostenitori stranieri negli Stati Uniti, in Iran, nel Regno Unito e altrove sembrano felicissimi di continuare a vendergli miliardi di dollari di armi senza spingerli verso le difficili riforme politiche ed economiche che servirebbero per porre fine a questa guerra».
«Unless and until these political and socio-economic dimensions are addressed and significantly improved, Islamic State (Daesh) or other movements like it, or even worse than it, will continue to emerge from our Arab societies as naturally as the early morning mist».
«Fino a quando non miglioreremo queste dimensioni politiche e socioeconomiche lo Stato islamico e altri movimenti simili, se non peggiori, continueranno a emergere dalle nostre società arabe con la stessa naturalezza della foschia mattutina».