Scemenze ferragostane col Copasir che fa la spia

«Allarme del Copasir -titola un importante quotidiano nazionale -Terroristi in arrivo tra i profughi sui barconi». Sta a vedere che a ferragosto si sono inventati un nuovo servizio segreto oltre Aise e Aisi, spionaggio e controspionaggio. O forse una qualche invenzione del Dis, il coordinamento dei due servizi che tanto vorrebbe farsi spia? Poi guardi meglio e scopri che un parlamentare a capo di una commissione di controllo sui servizi segreti spara opinioni di chiara lettura politica di parte che vengono proposte equivocamente come frutto di conoscenze riservate legate al suo ruolo istituzionale.

I fatti. «Con la liberazione di Sirte dall’Isis, lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare». Libera opinione in libero Stato. Salvo che ad elaborare tanta ovvietà possibile è Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti, presidente che di segreti seri, per fortuna, non ne conosce neanche uno, o giù di lì. Salvo non li abbia colpevolmente violati questa volta.

Per serietà contrapposta, verifica dei titoli pregressi dell’onorevole Stucchi su analisi antiterrorismo di tale portata. Scopriamo che Stucchi, senatore della Lega Nord, s’è diplomato all’istituto tecnico commerciale e che come professione dichiara di fare il giornalista e il consulente aziendale. Non ho memoria di cosa abbia fatto pre Parlamento il collega Stucchi: giornalista d’inchiesta sulle trame del terrorismo jihadista infiltrato tra i disperati sui barconi? Mai sentito, come non risulterebbe tra gli apparati di indagine e di intelligence a noi noti. Salvo una Spectre padana occulta.

Ma prestiamo la dovuta attenzione alla denuncia che coinvolge, così si cerca di far apparire, la sigla autorevole del Copasir. Giacomo Stucchi si mostra uomo di forti convinzioni e pochi dubbi: «Se a lungo è stato altamente improbabile, se non impossibile, che Daesh facesse viaggiare suoi affiliati sui barconi, esponendo ai rischi oggettivamente alti della traversata uomini su cui aveva investito in tempo e soldi, oggi si è in pieno caos, e nella fuga dalla Libia quelli che non sono diretti verso sud potrebbero anche decidere di tentare la carta del viaggio in mare verso l’Europa».

Una possibilità tra le tante che, data la sigla di provenienza, per chi non conosce i dettagli gerarchici e di controllo attorno ai servizi segreti, induce in allarme. Una considerazione anti migranti più da comizio alla Salvini che da presidente di una commissione parlamentare di cui viene forzato apertamente il ruolo. Ma mica si accontenta lì, il senatore-giornalista Stucchi che subito dopo rileva, assieme a tutti noi, che da Sirte ora sono in fuga sono anche «cani sciolti, gente allo sbando, che scappa».

Ma guarda tu che intuizione! Più che Stucchi, sull’argomento sarebbe interessante sentire cosa ne pensano il nuovo capo dell’Aisi, o qualche nostro militare delle forze speciali vestito da spia che ora sappiamo ufficialmente opera in Libia per l’Aise. Considerazioni da bar o lì attorno. Con qualche allarmismo che, oltre agli opportunismi di partito, può diventare pericoloso perché vestito di falsa autorevolezza attraverso una sigla impropriamente sbandierata. Sì, perché o il senatore vende sue opinioni vestendole di autorevolezza non vera, o svela segreti.

O millanterie. Ad esempio, interpretare le minacce scritte su un muro di Sirte mesi addietro, come qualcosa in più di quanto un ultrà laziale scrive sui romanisti o viceversa. In Libia in molti non ci amano, l’acqua troppo calda brucia, e forse lo sapevamo già. Ma quella scritta, una, letta su un muro della città libica strappata all’Isis, per il ‘presidente del Copasir’ -così enfatizza il quotidiano nazionale a grande tiratura che presta attenzione alla notizia da vuoto ferragostano- diventa dichiarazione di guerra.

Per passare dall’allarmismo inutile all’ovvio, la considerazione finale da 007 in replica ormai sgranata da televisione stanca: «Nel mirino c’è l’Occidente in genere con tutti i simboli che il sedicente Califfato intende abbattere, e Roma come culla della cristianità è un bersaglio come qualsiasi altra città degli ‘infedeli’». Grazie senatore, grazie collega per queste rivelazioni chiave assieme a tante perle di saggezza.

Una curiosità personale prima di chiudere, tra collega e collega, ma tu in quale giornale lavoravi, che io proprio non ricordo la tua firma. Il bollettino segreto dei servizi segreti forse?

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