
Il presidente russo Putin ha accusato ieri l’Ucraina di usare «tattiche terroristiche» per provocare un nuovo conflitto e destabilizzare la Crimea, conquistata dalla Russia nel marzo 2014, riconquista di una sua terra storica costata al Cremlino l’isolamento e le sanzioni internazionali. Kiev replica alle accuse di Putin parlando di un cinico pretesto per alzare il livello della minaccia militare russa.
Accuse, controaccuse e arbitri incerti. Gli Stati Uniti, tifosi ucraini, non hanno al momento alcuna prova che confermi le accuse russe di incursioni ucraine e di possibili attacchi terroristici in Crimea. Lo ha scritto su twitter l’ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, ricordando che «in passato la Russia ha spesso lanciato false accuse all’Ucraina per distogliere l’attenzione da azioni illegali».
Propaganda in attesa di fatti, e probabile partita tra spie e forze speciali. A denunciare gli attacchi è proprio l’Fsb, il servizio segreto russo, che parla di ‘terroristi sabotatori’ del ministero della Difesa ucraino. Kiev, che a sua volta chiama ‘terroristi’ i separatisti filorussi del Donbass, nega e replica. L’Sbu, i servizi di Kiev, ‘siete voi russi che stata rafforzando la vostra presenza militare sul confine’.
Stando alla versione di Mosca, sabato notte, vicino ad Armiansk, i russi hanno individuato un gruppo di sabotatori e nella sparatoria che ne è seguita sono stati uccisi degli agenti dell’Fsb, l’ex Kgb di Mosca. La notte successiva -sempre secondo i servizi russi- altri due tentativi di infiltrazione di terroristi e sabotatori coperti dal fuoco dei blindati ucraini. Negli scontri, ucciso un militare.
I russi denunciano di aver sequestrato nel luogo del primo blitz «20 ordigni artigianali per una potenza complessiva pari a 40 chili di tritolo», munizioni, mine, granate e «armi tipiche dei reparti speciali dell’esercito ucraino». Sostengono di aver arrestato alcuni dei sabotatori, uno dei quali -identificato dall’Fsb come Ievgheni Panov, 39enne agente dei servizi segreti ucraini- avrebbe confessato.
Situazione delicata, con timori di possibili iniziative molto pericolose da parte di fazioni ultra nazionaliste ucraine sostenute da foreign fighters di gruppi neonazisti arruolati da tempo e tutt’ora operativi a Kiev. Richiesta della convocazione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza Onu per ora solo minacciata da parte di Kiev, nella consueta rincorsa a chi denuncia prima solo le cattiverie altrui.