Rio, Olimpiadi della paura tra zanzare Zika e terroristi Isis

La minaccia del terrorismo islamico non poteva perdere l’occasione dell’Olimpiade nata decisamente storta, e sbarca anche in Brasile a incutere paura e farsi propaganda. Il gruppo integralista ‘Ansar al-Khilafah Brazil’, “Soldati del Califfato Brasile”, ha annunciato fedeltà all’Isis e con messaggi Telegram minaccia il mondo.
Affiliazioni via web e minacce via internet, con spazi all’arroganza.

‘”Se la polizia francese non riesce a impedire attacchi sul proprio territorio, l’addestramento fornito alla polizia brasiliana non servirà a niente”, si legge in un messaggio del gruppo, in beffa alla collaborazione internazionale offerta alle forze di polizia e di intelligence per la prevenzione di attentati terroristici in vista della Olimpiadi.

Il primo allarme proprio dalla Francia. La settimana scorsa, un quotidiano aveva rivelato che, secondo l’intelligence militare, l’Isis stava preparando un attentato contro la delegazione francese ai Giochi di Rio. Dati i precedenti, davvero poco su cui scherzare.
Un primo segnale già nel maggio scorso, quando l’Isis aveva creato un canale in portoghese su Telegram. E una versione in portoghese della propaganda Isis esiste anche su ‘Nashir Channel’.

Brasile e Olimpiadi, un Paese e una istituzione in crisi
Un Paese sull’orlo della crisi economica, un presidente sospeso per impeachment, un popolo di oltre 200 milioni di persone dilaniato da tensioni sociali. Alla vigilia dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro dal 5 al 21 agosto, il Brasile si mostra al mondo come una nazione estremamente vulnerabile.
Impianti olimpici non ancora completati, tensioni sociali alle stelle, alla zanzara del virus Zika che dall’inizio del 2016 ha fatto registrare oltre 165mila casi, e ora anche la minaccia Isis.

Con l’arrivo previsto di oltre 500.000 turisti da tutto il mondo (oltre ai 7,5 milioni di biglietti già venduti per le manifestazioni sportive), la minaccia del terrorismo pesa, nonostante il Sud America sia una delle regioni al mondo finora meno colpite da attacchi e in cui il radicalismo islamico storicamente non ha mai attecchito in maniera profonda.

Propaganda armata o minaccia reale?
Ansar al-Khilafah Brazil, ha pubblicato una sorta di manuale operative illustrando 17 tecniche per compiere attentati durante le Olimpiadi negli aeroporti, nei mezzi di trasporto pubblico, su come accoltellare e avvelenare, prendere ostaggi e creare falsi allarmi.

Secondo molti analisti, Ansar al-Khilafah Brazil sarebbe stato creato proprio in vista delle Olimpiadi dal potentissimo ufficio comunicazione del Califfato, organismo che negli ultimi due anni ha impostato proprio su internet e sui social network la campagna di propaganda globale di ISIS.

Ma in Brasile la minaccia più reale non è il terrorismo. Già nel 2013, alla Confederations Cup, le principali città del Paese furono attraversate da scontri tra le forze di polizia e centinaia di migliaia di manifestanti che rivendicano servizi più efficienti, lavoro e migliori condizioni di vita.

Comunque sia, allarme a cinque cerchi
L’effetto domino innescato dall’ascesa di ISIS e dagli attentati terroristici rivendicati in suo nome in tutto il mondo, hanno spinto da mesi le autorità brasiliane a mobilitarsi.
Il direttore dell’Antiterrorismo, Luiz Alberto Sallaberry, in una recente conferenza stampa ha spiegato che sono state messe a punto una serie di misure per impedire possibili attacchi.

A Rio de Janeiro, città di oltre sei milioni di abitanti (seconda solo a San Paolo in Brasile) sono stati dispiegati 22.000 soldati inviati dalla marina, dall’esercito e dall’aviazione. Nuove recinzioni, più metal detector e controlli nelle aree considerate più sensibili: gli impianti sportivi, i villaggi olimpici, le mete turistiche, le spiagge più frequentate, i porti e gli aeroporti.
85.000 gli addetti alla sicurezza e al controllo passeggeri e bagagli negli aeroporti, il doppio di quelli utilizzati per Londra 2012.

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