
Due copertine per due notizie che sembrano contraddirsi ma in realtà si rincorrono.
Titoli sintesi come da ‘manifesto’: «È la Fine» il primo, a dirci della liquidazione coatta amministrativa della testata. Il manifesto sino ad oggi.
Seconda copertina, secondo titolo: «È l’inizio». “La fine di un incubo -scrivono nell’occhiello- Di una spada di Damocle. Della paura di essere comprati. O venduti. E’ la fine della liquidazione coatta amministrativa.
Sommario della speranza: «L’inizio di un quotidiano nuovo: il manifesto»
«La notizia è semplice -scrive Norma Rangeri- straordinaria, emozionante: siamo tornati padroni de il manifesto.
Con orgoglio condiviso da tutta la redazione, posso annunciare che la cooperativa de il manifesto è ridiventata proprietaria al 100% del giornale.
Siamo stati inseguiti ogni giorno dalla spada di Damocle, la minaccia di essere colpiti e venduti al migliore offerente».
Altri brani:
«Il periodo più difficile lo abbiamo attraversato al momento della lacerazione interna, quando la maggioranza della redazione si espresse per continuare a lottare affinché il giornale non venisse venduto.
Ci siamo improvvisati imprenditori di noi stessi, restando fedeli alla forma che da 45 anni rappresenta una felice anomalia italiana: una testata nazionale gestita da una cooperativa pura, trasparente».
«Ora che siamo nuovamente padroni del nostro lavoro, possiamo progettare il domani con maggiore serenità.
Ma essere proprietari non risolve il problema dei bilanci, ma soprattutto non è un argine nei confronti della discesa delle copie vendute».
«Un fatto è ormai chiaro, come sostengono molti studiosi: con i social network si sta modificando il concetto stesso di democrazia».
Infine l’annuncio di una festa per brindare «ad una nuova impresa con un giornale graficamente rinnovato».
In prima fila Luciana Castellina e Valentino Parlato.
E invitati, tutti noi lettori.