La Nato a Varsavia e la Russia della discordia

L’8 e il 9 luglio a Varsavia il prossimo difficile vertice della Nato. Il segretario generale Jens Stoltenberg, fedele portavoce del comando militare Usa, al recente vertice Ue a Bruxelles aveva chiesto un ulteriore rafforzamento della relazione tra Ue e Nato “tenuto conto delle sfide senza precedenti che vengono da sud e da est”.
Il sud della minaccia terroristica la novità concessa dal fronte militare statunitense che ha altre priorità strategiche sue proprio sul fronte est in chiave anti russa.

Un problema di bussola in casa Nato
Le sfide che verrebbero prioritariamente da Est, dalla Russia di antiche paure, secondo Stati Uniti e Paesi baltici ex satelliti dell’Unione sovietica.
Sfida assoluta e quindi prioritaria minaccia da sud, sul fronte terrorismo, denuncia il resto dell’Unione e analisti internazionali terzi sul fronte orientale, che chiedono la necessaria alleanza con Mosca nella guerra dichiarata dalla jihad.
Il ruolo decisivo assunto dal Cremlino in Medio Oriente, nella crisi Siriana e nel contrasto al terrorismo hjihadista.

Mai così discorde la Nato
Aveva iniziato a fine giugno dal ministro degli Esteri tedesco Frank Waler Steinmeier, ammonendo la Nato a non utilizzare le grandi esercitazioni ‘Anakonda’ in corso in Polonia, a due passi dall’enclave russa di Kaliningrad, come pretesto per provocare Mosca.
All’inizio di luglio anche il Consiglio Supremo di Difesa italiano ha espresso una simile preoccupazione.
Una Alleanza Atlantica in cui l’unica voce sembra essere quella degli anglo-americani e dei membri dell’Est Europa impegnati a rispolverare toni da guerra fredda del tutto opposti agli interessi dell’Italia e di gran parte dell’Europa.

Difesa oltre il ‘politichese’
“In merito al prossimo summit Nato di Varsavia, il Consiglio ha condiviso pienamente l’approccio multidimensionale e multidirezionale sul quale si fonda il processo di adattamento dell’Alleanza alle nuove sfide alla sicurezza e alla difesa, anche in ragione della necessità di non polarizzare le risorse disponibili in un’unica direzione”.
Se provate a tradurre, il significato di quel ‘multidirezionale’ risulta abbastanza chiaro.
In più, la necessità di ‘integrare’ nella alleanza un ‘pilastro europeo’, una nuova “Common Security and Defence Policy” dell’Unione che, con l’uscita del Regno Unito appare ancor più urgente”.
Un po’ meno Nato-Usa e un’Ue un po’ più armata.

Mosca indispensabile alleato
Sui rapporti con Mosca, il Consiglio Supremo di Difesa è stato una volta tento chiaro nell’uso della lingua: «Nella comprensione delle preoccupazioni di alcuni alleati, resta il convincimento che debba comunque essere fatto ogni sforzo per salvaguardare il rapporto di cooperazione con la Russia, partner indispensabile per la composizione delle crisi nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente».
Prende sempre più forma la spaccatura strategica all’interno dell’Alleanza Atlantica pwerché si possa continuare a far finta di nulla.
Troppo presto per parlare di crisi dell’alleanza, ma certo la Nato di oggi appare sempre più anacronistica e fuori dal tempo.

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