Ballottaggi pericolosi, Renzi scappa da Putin

Rischio ballottaggi a perdere, e se il voto amministrativo non deve avere valore nazionale, meglio evitare gli accenni di svogliatissima campagna elettorale. Questo deve aver pensato Renzi nell’imbarcare per la Russia un ben po’ di manager di imprese pubbliche e private. Eni, Saipem, Finmeccanica, Cassa depositi e prestiti, Fincantieri. Pizzarotti costruzioni, Tecnimont. Tutti a San Pietroburgo per l’International economic forum.

Non è una sfida credibile all’economia di matrice americana. L’Italia è il paese ospite di questa edizione, ma l’altro capo di stato intervenuto a fare compagnia a Renzi è stato il presidente del Kazakistan Nazarbayev. Non un super vertice tra statisti. Padrone di casa Vladimir Putin, che al premier italiano fa uno strano elogio -così riferisce il Manifesto- «gli italiani devono essere orgogliosi, è un grande oratore». Significati reconditi.

Putin preferisce passare dalla parole ai fatti. «Abbiamo la conferma dell’interesse italiano a collaborare con le aziende russe, l’Italia è il nostro quinto partner commerciale, l’interesse è reciproco e al centro dei contratti rimane l’energia». Centralità energetica che era già intuibile dall’elenco delle aziende invitate in Russia, malgrado Eni abbia dovuto subire la recente rinuncia da parte dell’Europa e della Russia al gasdotto South Stream.

Renzi, “Grande oratore” ai giornalisti italiani al seguito: «Abbiamo firmato undici accordi per circa un miliardo di euro, si tratta di intese che spalancano le porte a partnership che valgono almeno quattro miliardi». È toccato a Putin annunciare un accordo con l’Agenzia spaziale italiana: nel 2017 un cosmonauta italiano parteciperà a una missione spaziale con i russi. Ma le aziende italiane, tra le più penalizzate dalle sanzioni tra Ue e Russia, vogliono il disgelo.

E Renzi si schiera: «Le misure restrittive non devono rinnovarsi in maniera automatica come se fossero normale amministrazione. Deve esserci un dibattito all’interno del Consiglio europeo». Ma proprio ieri il Consiglio europeo -con Renzi e Junker ospiti di Putin- ha deciso di annunciare che le misure economiche restrittive che sarebbero scadute a fine luglio sono state prorogate fino al 23 giugno del 2017. Pressioni americane e Nato ancora una volta vincenti.

Putin si è detto disponibile a un allentamento unilaterale delle sanzioni da parte della Russia, «ma solo se ci convinceremo che non verremo ingannati un’altra volta». Si tratterà di vedere se Kiev sta rispettando le promesse per superare la crisi nata in Crimea. Buone intenzioni con avvertimento finale: «Se continuiamo a spaventarci l’un l’altro e la Nato continua a dover avere un nemico per giustificare la sua esistenza, non posso escludere che si ritorni alla guerra fredda».

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