Walter Tobagi era un giornalista del Corriere della Sera, si occupava delle inchieste più diverse che il quotidiano gli assegnava. E’ stato ucciso a Milano il 28 maggio 1980, con cinque colpi di pistola, di cui uno al cuore. Pochi giorni prima era stato a Genova, per una lunga inchiesta su alcuni professori universitari che avevano dichiarato la loro “comprensione” e solidarietà con la cosiddetta “Autonomia operaia”. Chi scrive, dopo le dimissioni da direttore del Quotidiano dei Lavoratori (fondato da Silverio Corvisieri, già di Avanguardia Operaia) era stato assunto a Il Lavoro di Genova dall’allora direttore Giuliano Zincone.
Tobagi si appoggiava alla redazione de Il Lavoro, quotidiano genovese fondato dal Psi ma poi entrato nel gruppo editoriale Rcs-Corriere della Sera. Ci raccontava della sua inchiesta che spaziava soprattutto in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia sui giovani che si stavano “arruolando” nella lotta armata al capitalismo. E non solo giovani: i professori universitari genovesi che aveva intervistato confermavano che, grazie alla cosiddetta Autonomia Operaia, era iniziata la decadenza definitiva non solo della Dc ma anche e soprattutto di quello che chiamavano sprezzantemente il revisionismo italiano del Pci, Psiup, Psi e dei sindacati, a cominciare dalla Cgil.
L’inchiesta di Tobagi, fin dalle prime puntate sul Corsera, provocò reazioni polemiche anche di quella parte della sinistra che esisteva nella “Milano bene” e che mostrava molta comprensione (e qualcosa di più) per la ribellione dei giovani nelle scuole e nelle università. Anche ragazzi perbene, di buona famiglia –come si diceva. E Walter era stato uno dei fondatori de La Zanzara, il giornale del liceo Parini di Milano diventato celebre per un articolo sull’educazione sessuale che scatenò una polemica furibonda da “perbenisti” e frange giovanili.
Tobagi svolse inchieste importanti sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli e l’assassinio del commissario Calabresi, quando lavorava per l’Avanti! e per l’Avvenire prima di passare al Corriere d’informazione e poi al Corriere della Sera. Rileggere oggi il libro “Che cosa contano i sindacati” è ancora importante per capire il magma italiano negli anni Settanta.