
La temuta guerra delle banconote in Libia è già realtà. Nell’est controllato dal governo di Tobruk, quello sino all’altro ieri riconosciuto a livello internazionale perché eletto anni fa dal popolo, le banche hanno iniziato a usare nuove banconote, stampate in Russia. Nella foto di copertina il vecchio dinaro con l’immagine di Gheddafi.
Banconote per un totale di 200 milioni di dinari arrivate martedì da Mosca, dalla stamperia dove vengono stampate anche le lire siriane, si legge sul Guardian.
La Russia ha un contratto che prevede la fornitura di banconote per quattro miliardi di dinari libici, valuta cambiata intorno ai 67 centesimi di euro per un dinaro.
Sempre secondo il quotidiano britannico, la Banca Centrale di al-Bayda -legata al governo di Tobruk- ha iniziato a mettere in circolazione i contanti, con l’obiettivo di raggiungere con le sue banconote entro breve anche l’ovest della Libia.
Intanto, scrive il Guardian, la Banca Centrale di Tripoli controllata dal governo di Fayez al-Sarraj sostenuto dall’Onu (e dall’Italia), ha ricevuto altri 112,5 milioni di dinari in banconote stampate dalla società britannica De La Rue che ad aprile aveva inviato 70 milioni di dinari in Libia con un velivolo atterrato all’aeroporto di Mitiga a Tripoli, precisa Analisi Difesa.
Non solo partita politica tra le parti. In Libia da tempo, grave carenza di contante che ha imposto da tempo limiti ai prelievi bancari e sta facendo aumentare l’utilizzo di assegni postdatati.
Poco contante in circolazione ma non solo. Chi batte moneta, chi la impone sull’altra, di fatto comanda. Quindi, da adesso, “il mio dinaro è meglio del tuo”.
Sadiq al-Kabir, governatore della Banca Centrale di Tripoli, ha chiesto al Consiglio presidenziale libico di vietare che le banconote ‘rivali’ vengano messe in circolazione.
In una lettera diffusa dal portale di notizie libico al-Wasat, si legge che “la Commissione per le politiche monetarie della Banca Centrale ritiene necessario rifiutare la moneta arrivata dalla Russia e vietarne la circolazione in tutte le banche che operano in Libia”.
“La stampa di banconote in Russia è avvenuta in circostanze poco chiare e in contrasto con la legge”, prosegue la missiva, e questo “rafforza lo stato di divisione politica, danneggia il consenso nazionale e offre spunto alla comunità internazionale per congelare i fondi della Banca Centrale”.
Ora la partita de “il mio dinaro è meglio del tuo”.
1) Ali Salim al-Hibri, governatore della banca libica in Cirenaica, Tobruk per intenderci, un tempo non lontano riconosciuto come governatore della Banca Centrale dal Fondo monetario internazionale, ha confermato di aver stampato banconote per 4 miliardi di dinari con l’aiuto della Russia.
2) La scorsa settimana gli Stati Uniti, sostenitori di al-Sarraj, hanno sostenuto che le banconote di Bayda -quelle stampate a Mosca- “potrebbero compromettere la fiducia nella moneta libica e la capacità della Banca Centrale libica di gestire una politica monetaria per consentire la ripresa economica”.
3) Le fonti diplomatiche del Guardian, senza dove scegliere tra zecca moscovita o londinese, temono più sensatamente che le banconote ‘rivali’ possano solo alimentare il caos nel Paese, teatro della battaglia politica tra il nascente governo del premier designato Fayez al-Serraj e il Parlamento di Tobruk.
Intento, il 31 maggio il presidente del parlamento libico di Tobruk, Aguila Saleh, ha definito “inaccettabile” il riconoscimento ottenuto dal governo di riconciliazione libico del premier Fayez al Sarraj da parte della Lega Araba, e ha presentato appello contro la decisione della Lega Araba di affidare al governo di Tripoli il seggio che spetta alla Libia.
Come già sostenuto dalla Camera dei rappresentanti di Tobruk, il governo Saraj per assumere i poteri deve avere il voto di fiducia del parlamento del popolo libico, e non solo gli applausi internazionali.