
Ci volevano i ‘Sette Grandi del mondo’ assieme in Giappone per indicare al mondo che la crescita è priorità planetaria, la crisi dei migranti è sfida globale, e il terrorismo minaccia la pace?
Qualcosa di un po’ più concreto rispetto alle tre affermazioni dell’ovvio?
Vediamo s’è c’è qualche perla nascosta tra le banalità politico diplomatiche che arrivano dal Giappone.
Economia. “La crescita globale è la nostra urgente priorità, è necessario usare ogni strumento fiscale, monetario e strutturale per sostenere la domanda globale continuando gli sforzi per mettere il debito su livelli sostenibili”.
I sette grandi si impegnano quindi ad assicurare un livello appropriato di investimenti pubblici.
Sembra il replay della partita Germania-Italia nell’Ue tra sviluppo e debito.
Emergenza migranti, che è molto più vasta di quanto appare a noi europei concentrati sui guai di casa. Anche qui buone parole e affermazioni di principio.
“I migranti e i rifugiati sono una sfida globale che richiede una risposta globale. Per questo bisogna aumentare l’assistenza globale per sostenere le esigenze dei rifugiati, delle comunità che li ospitano ..”.
Tutto globale, meno che l’impegno, con l’invito a ‘cooperare’ per contenere il fenomeno ai “Nostri partner, specialmente quelli in Africa, in Medio Oriente e nei Paesi confinanti di origine e transito”. La Turchia non era invitata.
Terrorismo. “Gli attacchi e le atrocità compiute da Stato islamico, Al Qaeda e altre organizzazioni pongono un serio problema alla pace e alla sicurezza”. Lo sapevamo. Da adesso priorità strategica alla lotta al terrorismo Isis prima di tutto? Nessuno sul tema centrale dice nulla. Citata anche la sfida alla sicurezza dell’aviazione civile.
Combattere le fonti di finanziamento tra le quali i riscatti che – è l’appello – “non devono essere pagati” (L’Italia è avvertita).
Libia. Nella dichiarazione finale si fa riferimento anche alla Libia, col sostegno formale al governo di unità nazionale” di Sarraj come “il solo e legittimato governo della Libia” e si appellano “a tutte le parti libiche affinché lo riconoscano”. Sul campo, sappiamo tutti che molti dei sette giocano partire divergenti e truccate.