Ilva di Taranto, veleni di Stato

Lo Stato italiano è formalmente sotto processo di fronte alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, con l’accusa di non aver protetto la vita e la salute di 182 cittadini di Taranto delle emissioni nocive dell’Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto sufficientemente solide, ancora in via preliminare, le prove presentate, e ha aperto il procedimento contro lo Stato italiano.

A rivolgersi a Strasburgo sono stati, nel 2013 e nel 2015, 182 cittadini che vivono a Taranto e nei comuni vicini. Alcuni rappresentano i congiunti deceduti, altri i figli minori malati. Nel ricorso sostengono che «lo Stato non ha adottato tutte le misure necessarie a proteggere l’ambiente e la loro salute …». I ricorrenti contestano in particolare al governo il fatto di aver autorizzato la continuazione delle attività del polo siderurgico attraverso i cosiddetti decreti “salva Ilva”.

Intanto in Italia il processo sul presunto disastro ambientale prodotto dall’Ilva di Taranto subisce il primo rinvio. Per un difetto di notifica se ne riparla il prossimo 14 giugno. Sconti formali per ritardare il procedimento vero. Lo scorso dicembre il processo sull’Ilva, iniziato il 20 ottobre, dopo due udienze tornò all’udienza preliminare, come nel gioco dell’oca alla casella di partenza. Sono 44 tra persone fisiche e società gli imputati di quello che viene definito il più grande ed importante processo per disastro ambientale in Italia e in Europa. Quando mai entrerà nel merito.

Tra gli imputati eccellenti ci sono i fratelli Fabio e Nicola Riva, l’ex governatore della Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ippazio Stefàno, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, l’ex responsabile dei rapporti istituzionali dell’Ilva Girolamo Archinà, gli ex direttori di stabilimento Luigi Capogrosso e Adolfo Buffo, l’ex direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato, e il deputato di Sel (ex assessore regionale) Nicola Fratoianni.

L’elenco delle contestazioni comprende, tra gli altri, i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, avvelenamento delle acque o di sostanze alimentari, concussione aggravata, corruzione in atti giudiziari, getto pericoloso di cose, omissione di atti di ufficio, omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e due omicidi colposi.

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