I perché del caso Parma-5Stelle: l’oligarchia, Rasputin e la webdemocrazia

Le recenti vicende grilline, con tutto il loro carico di ambiguità sempre più evidente, esplicitano un fenomeno accentuato nelle dinamiche interne dei gruppi organizzati, in genere, e tanto più in quelli a valenza politica.

Si tratta, in termini molto generali, della ripulsa dei vertici delle strutture ‘a cerchia stretta’ ad accettare qualunque prospettiva di confronto che metta in discussione le progressive divaricazioni tra gli interessi e gli obiettivi di chi sta ‘sopra’ e la condanna a ‘seguire’ comunque per chi sta ‘sotto’, a meno di non volersi fare da parte.

La deriva oligarchica e settaria attorno a un capo – carismatico di suo o per costruzione mediatica – prevede poi, quasi sempre, un Rasputin che opera nell’ombra, dettando in segreto gli indirizzi e le mosse, con assoluta discrezionalità rispetto alla loro applicazione.

Così che è del tutto probabile che nessuno, neanche di quelli officiati in carriera, possa sentirsi sicuro di come evolverà la sua situazione.

Non a caso le fedeltà generate dal timore e dalla paura sono quelle più difficili da scalfire, garantendo comunque al capo rendite di posizione accuratamente costruite, e preservate, sulla ‘distanza’ da mantenere e sulla imprevedibilità umorale da alimentare.

Il paradosso o, se vogliamo, il tragico sberleffo al buon senso, è che questo tipo di articolazione sociale si presenta tanto più ‘impunita’ nella sua totale arbitrarietà quanto più formalmente aperta alla democrazia senza vincoli dei contributi singoli.

A riprova che il Web e la rete, ancorchè campioni di evoluzione democratica, nella realtà aprono spesso praterie manipolatorie, specie se usati – da chi tiene saldamente le redini del gioco – come manganelli virtuali: una sorta di olio di ricino della tarda modernità, da usare senza titubanze per la rieducazione dei dissenzienti e la prevenzione di eventuali imitatori.

Che in molti restino affascinati, nella trappola, è solo il segno evidente del tragico degrado delle regole civili e della contesa politica, con la disaffezione crescente di cittadini che, presi da stanchezza, cercano un amuleto qualsiasi cui affidarsi, celebrando devozioni disincantate a divinità improbabili, dal cinico folklore e dall’aura passeggera.

L’unico vantaggio è che questi nuovi gruppi tendono all’autofagia: si divorano progressivamente all’interno, nell’alternanza tra un ‘cerchio magico’ più o meno floreale e ineluttabili congiure spartitorie che partoriscono frammenti sempre meno identificabili.

Ci sarebbe una speranza a immaginare comunque l’esaurirsi del fenomeno, se non fosse che i tempi e l’età non consentono a molti di guardare molto lontano. Ahimè.

Tags: M5S
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