«Politika, diciamo..». Sfida folle per Vincenzo Vasile: parlare di politica senza fare marchette

Colpo di scena, chiamiamolo così. Tagliate dalla commissione elettorale a Napoli anche liste di sostegno alla candidata del Pd Valente (e De Magistris, e Lettieri) per questioni formali legate ai moduli di certificazione e alla data di raccolta delle firme. Poche righe nelle pagine interne e nelle cronache locali dei siti. Eppure in questi giorni non si sono contate le battute salaci, dedicate dai tifosi renziani alla lista di sinistra di Roma bocciata proprio per questi, o analoghi motivi: “come farà a governare, se non sa presentare le liste”, “aborto politico”, “ecatombe della sinistra radicale” erano le più gentili.

Lo so che in campagna elettorale non si gioca di fioretto, ma di wrestling, eppure mi chiedo se lo capiranno che stavolta hanno proprio esagerato? Dirlo a proposito di Napoli, dove il sindaco uscente, De Magistris, ha usato un linguaggio da trivio per ribadire la sua opposizione alla politica del governo, forse può sembrare inopportuno. Però, come si dice, ci sono ragioni di principio e di metodo che possono indurre a qualche riflessione più generale. Secondo il Corriere del mezzogiorno on line, scavando nella notizia infatti “Il colpo peggiore lo subisce il Pd con l’esclusione della lista dalle due municipalità che hanno fatto vincere le primarie a Valeria Valente: Bagnoli-Fuorigrotta dove è candidato presidente l’ex assessore della giunta Valenzi, Osvaldo Cammarota e Barra-San Giovanni, il quartiere di Tonino Borriello, teatro dei video di Fanpage”.

Non facciamo che Antonio Bassolino aveva qualche ragione, nel denunciare la degenerazione delle primarie in un rito di corruzione o di distribuzione di mance e regalìe? L’impressione è che ridurre la politica italiana o quanto meno le scelte del partito di maggioranza a una questione di cabina di regia (con sede a palazzo Chigi) si riveli sempre di più un errore. E con un partito soprattutto al Sud vistosamente allo sbando, in quelli che adesso si chiamano “i territori” le battute più o meno insultanti e i tweet più sbrigativi risultano strumenti di governo assolutamente inefficaci.

Mi ha colpito Maria Elena Boschi non solo perché ha insultato quelli come alcuni di noi di sinistra che voteranno No al referendum, ma perché in Direzione ha derubricato il tutto a un fatto personale, di rapporti di vertice : “Caro Gianni (Cuperlo, nda) , potevi farmi una telefonata”. Si ha la sensazione che per riannodare qualcosa con i “territori” di sinistra, cioè con la base, o la ex base, in un sms o in un tweet non ci siano abbastanza battute (nel senso di caratteri di stampa).

Tags: Fassina Napoli
Condividi:
Altri Articoli
Remocontro