3 maggio, giornata mondiale della libertà di stampa. Appuntamento a pochi giorni dalla classifica sul grado di libertà di stampa nei diversi Paesi del mondo nel rapporto annuale di Reporters Sans Frontieres.
Il nostro Paese scende di ben quattro posizioni dalla 73esima del 2015 alla 77esima del 2016 (su un totale di 180 Paesi). L’Italia è tra gli ultimi Paesi della Ue, seguita soltanto da Grecia, Cipro e Bulgaria.
Gli Stati Uniti si trovano al 49esimo posto (in calo di tre posizioni), la Russia al 152esimo, appena davanti alla Libia (154). I Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti sono risultati invece l’Eritrea (180esimo posto), la Corea del Nord (179), il Turkmenistan (178) e la Siria (177).
In Italia nei primi dieci mesi del 2014 si sono verificati 43 casi di aggressione fisica e sette casi di incendio doloso a case o auto di giornalisti. Tra le cause che hanno fatto peggiorare il livello di libertà di stampa – secondo Reporters Sans Frontieres – viene citato il fatto che “fra i 30 e i 50 giornalisti” sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni.
I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia, dunque, sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato. E’ singolare vedere che il Burkina Faso e Niger (46esimo e 47esimo posto) siano posizionate davanti all’Italia.
Il rapporto parla di “una regressione brutale” della libertà di stampa, conseguenza in particolare di operazioni terroristiche e in generale dell’aumento dei conflitti armati.
Nel rapporto si parla del controllo dei mezzi di informazione che nelle aree di conflitto è diventato un vero e proprio strumento di guerra: in particolare lo Stato islamico sta usando i media come uno strumento di propaganda e di reclutamento. Alla luce di questi dati l’iniziativa sulla libertà di stampa in Italia assume un significato ancora più specifico.
La prima giornata mondiale della Libertà di stampa fu nel 1993, per risollevare l’attenzione sull’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Nel 1991 in quella data a Windhoek, capitale della Namibia, ci fu la dichiarazione universale dell’Onu con la quale si inserì la libertà di accesso ai mezzi di comunicazione tra i diritti umani.
I Paesi dove il giornalismo è in pericolo sono molti: dall’Egitto alla Turchia, dalla Cina alla Russia, dal Congo all’Iran. L’Europa. Come abbiamo visto, non è da meno.
Gli ultimi 30 Paesi nerlla classifica mondiale, dal 150 in poi. Ed è indicativo che troviamo subito la Turchia di Erdogan. Ma lasciamo parlare i numeri, i 30 peggiori Paesi al mondo per la libertà di stampa.
151, Turquie. 152, Congo. 153, Swaziland. 154, Singapour. 155, Brunei. 156, Burundi. 157, Bélarus. 158, Irak. 159, Egypte. 160, Kazakhstan. 161, Rwanda. 162, Bahreïn. 163, Azerbaïdjan. 164, Libye. 165, Arabie Saoudite. 166, Ouzbékistan. 167, Somalie. 168, Guinée Équatoriale. 169, Iran. 170, Yémen. 171, Cuba. 172, Djibouti. 173, Laos. 174, Soudan. 175, Vietnam. 176, Chine. 177, Syrie. 178, Turkménistan. 179, Corée du Nord. 180, Erythrée.