
Foto e testi di Vittorio Giannella tratte dal web magazine www.travelglobe.it
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Foto 1. L’elegante trabucco Molinella visibile lungo la litoranea che da Vieste porta a Peschici, da secoli sfida le tempeste. Posto su un piccolo promontorio che in primavera si ricopre di gigli bianchi, orchidee selvatiche, è tra i meglio conservati.
Foto 2. Tra Vieste e Peschici è punteggiata dai trabucchi, trappole d’autore come il trabucco Molinella, diventati monumenti da salvaguardare, che provano a ripetere quello che hanno fatto per due secoli. E cioè fornire il cibo a intere generazioni di uomini e di donne, che vivevano del mare in una terra aspra e non facile da coltivare.
Foto 3. Come il trabucco Molinella nel momento più emozionante della pesca, quando l’enorme rete viene issata e mostra il suo prezioso contenuto. Ciccillo, anziano pescatore con la faccia segnata dal sole e salsedine, intento a riparare la rete nel casotto, racconta che a suo nonno e ai vecchi pescatori, cent’anni fa, bastava calare il congegno nel periodo giusto per issarlo colmo di un gran numero di cefali e mormore. “Oggi il trabucco – dice Ciccillo – se va bene può tirar fuori qualche chilo di cefali e paranze.
Foto 4. La giornata volge al termine su uno dei trabucchi che da qualche anno serve il pescato e il pesce viene direttamente cucinato alla griglia. Per chi siede a picco sul mare, tra le travi argentee tenute insieme da fil di ferro, con la brezza di terra che porta con sé il profumo resinoso dei pini e il rumore incessante delle onde, questo luogo è magico.
Foto 5. Scende la notte sul trabucco di punta San Francesco a Vieste. Il promontorio roccioso che si protende in mare, difeso anticamente dalle scorribande dei Saraceni ha mura alte e spesse. In cima sorge la chiesetta di San Francesco.
Foto 6. Il borgo medievale di Vico del Gargano tra ginestre in ore, con le case in pietra addossate l’una all’altra. Merita una visita accurata per le numerose botteghe artigiane dislocate nel dedalo di viuzze e per visitarne i monumenti.
Foto 7. Quando arriva la sera sul trabucco Molinella, si rientra con qualche chilo di cefali e mormore, raramente con una spigola. Ma come affermano i volontari “Dobbiamo fare di tutto perché queste opere dell’ingegno non si distruggano col tempo, per il loro valore storico culturale oltre che per il fatto di essere un bell’esempio di architettura spontanea nata da una necessità”.