La trappola Pensioni
da Berlusconi a Renzi.
Boeri il futuro Monti?

In principio era Berlusconi. Immarcescibile. Denunce e accuse di ogni genere parevano non scalfirlo. In 18 anni solo i brevi interludi delle vittorie prodiane al cardiopalmo, raggi di sole presto spenti. Ma arrivò il 2011 e quella agenzia del capitale finanziario che qualcuno chiama Europa decise che eravamo spendaccioni e che il responsabile principale era lui, amico di Putin e di Gheddafi (relazione di causa effetto: siccome lui era amico di Putin e Gheddafi l’Italia era da considerare spendacciona). Il nostro ebbe un sussulto di orgoglio in salsa elettorale, quando gli chiesero di suicidarsi facendo passare una riforma delle pensioni uso macelleria sociale che avrebbe raso al suolo qualsiasi governo, ma tutto fu vano. Se non si suicidava politicamente sarebbero comunque andate a picco le azioni Mediaset.

Glielo disse il fido Tremonti: “Presidente il problema è Lei”. E fu subito Monti e con lui la Riforma della pensioni, esattamente come richiesto, esattamente come postata sul sito di Pietro Ichino da tale Fornero fin dalla primavera, esattamente come preannunciata da tale Marcegaglia e come definita “coerente” da tale Camusso. Qualcuno, a partire dal neo-premier, ne elogiò il carattere giovanilistico. Si risparmia nelle pensioni facendo lavorare gli anziani per investire nei giovani. Strano che nel frattempo , con gli anziani che non se ne andavano o al più rimanevano senza pensione e senza lavoro, le possibilità occupazionali dei giovani si riducessero. Ma poco conta.

Gad Lerner aveva definito Monti una brava persona e dunque ci si poteva fidare ad occhi chiusi (non per niente Lerner aveva definito Soros “un amico”). La sinistra si alleò di fatto con Monti e perse elezioni già vinte. Parentesi Letta e la sinistra cambiò nome e si chiamò Renzi, che piaceva, si disse, ai poteri forti. Già ma anche Berlusconi, in certi periodi, a certi poteri forti mica faceva schifo. Non sarà che non sono poi così compatti e che possono pure cambiare idea? Renzi parve diligente e vivace, però anche lui, in politica estera, qualche divagazione se la concedeva e di andare a far la guerra in Libia senza sapere bene cosa ci si guadagnava parve non averne l’intenzione. Subito si scoprì che il suo inglese faceva schifo e che il suo entourage comprendeva persone poco raccomandabili.

Un po’ come scoprire nel 2011 che Berlusconi in materia di sesso era esuberante. Ma soprattutto si scoprì il nostro buco di bilancio, dovuto da quel sistema pensionistico che il governo Monti avrebbe dovuto risanare. Come berlusconi Renzi tentenna al sentir dire che sulle pensioni bisogna tagliare. Come Berlusconi si trova improvvisamente immerso in beghe cosmiche. Qualcuno suppone che il problema sia diventato lui e che bisogna trovare una brava persona con cui sostituirlo. Ricorre il nome di Tito Boeri, novello presidente dell’Inps, che tutte le volte che ha aperto bocca è andato in rotta di collisione col premier.

Non a caso le sue prime esternazioni possono trovare buona accoglienza anche a sinistra. In fondo, a suo tempo, anche la narrazione di una legge Fornero che avrebbe aiutato i giovani, perché i soldi risparmiati sui padre avrebbero consentito investimenti per far lavorare i figli, aveva un suo charme politicamente trasversale. La prima versione della Riforma secondo Boeri suona anzi decisamente bene per molti, compreso lo scrivente. Tagli alle pensioni d’oro e a chi ha pensioni calcolate col retributivo enormemente superiori ai versamenti effettuati. Due condizioni dunque. Colpire solo chi porta a casa, a fine mese, una cifra sopra i 5mila€ e per di più acquisita ingiustamente.

Poi però nelle esternazioni eccessive non si specifica più cosa significhi “elevata”. Non si specifica nemmeno se verranno, egualmente ma non equamente, colpiti coloro che hanno pagato contributi per 10 anni o anche quelli che li hanno pagati per 50. Per di più le pensioni come quelle di reversibilità o di integrazione al minimo non si sa bene se non verranno toccate o se, nel nome dell’equità, verranno invece ricalcolate su parametri Isee, che vorrebbe dire tagliare i fondi a una marea di ceti medio bassi. E anche quel riferimento alla tassazione generale e alla evasione non si va dove voglia andare a parare. In tutta Italia sembra che sia rimasto il solo Fassina a dire che se si tocca l’evasione di sopravvivenza si rischia la catastrofe sociale.

C’è da non rimanere tranquilli, Perché se Boeri prima versione appariva ragionevole e tranquillizzante, era anche vero che con quei criteri portavi a casa un gruzzolo miserevole. Notoriamente si fa cassa solo quando si colpiscono i molti. Ma a essere in molti sono soprattutto i poveri o quasi. Analogie Renzi//Berlusconi ne sono già state fatte a montagne, non sempre azzeccate. Non vorremmo che tra qualche anno dovessimo sviluppare analogie anche tra Monti e Boeri. Visto che il secondo non manca di criticare il primo, speriamo che le differenze tra i due prevalgano. E magari Boeri potrebbe anche rimanere a fare il tecnico. Nel caso facendo da consigliere a un principe che potrebbe cambiare.

Tags: riforma
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