
La legge n.68 del 1999 stabiliva che enti ed aziende dovessero assumere una quota di cittadini portatori di handicap. Ma sedici anni dopo la Camera dei Deputati non ne assunto neppure uno. E ora tutti gli onorevoli parlamentari, di destra-sinistra-ultrasinistra cascano dal pero. Senza contare la scivolata più sorprendente del presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha detto: “Da quando questa legge è in atto non ci sono state più nuove assunzioni”.
Bugia, e poco dopo si è corretta: “Non lo sapevo, non succederà più”. Non a caso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che “i disabili sono cittadini, non pazienti”. Ma tra accompagnatori, ciechi e falsi invalidi si raggiunge una quota di 15 miliardi di welfare clientelare. E le “furbizie” abbondano: per esempio tra i parenti stretti di 30 consiglieri di uno dei dieci (!) municipi di Napoli si possono contare 60 pensioni di invalidità.
Dalla legge inapplicata alle contorsioni sul referendum sulle “trivelle” nel mare Adriatico, il primo promosso dalle Regioni. Contorsioni che riguardano soprattutto il Pd, dove segreteria e governo Renzi puntano a organizzare “l’astensione”: incuranti di quanto denunciò Norberto Bobbio nel giugno 1990 (“organizzare l’astensione nei referendum è un trucco, un espediente per far saltare il quorum”).
Il professor Michele Ainis, dell’università di Roma3, aggiunge che gli oppositori, a cominciare dalle Regioni, allevano di fatto i colibatteri nelle acque dell’Adriatico, e si disinteressano dei depuratori e del controllo dei fiumi.
Il quotidiano Avvenire, per appoggiare il referendum, ha richiamato il monito di Papa Bergoglio contro le tecnologie basate sui combustibili. Così il 17 aprile segreteria Pd e governo non votando voteranno anche contro il Papa. Tutti uniti, di fatto, nello slogan “viva il petrolio”.
Il Bastian infine segnala che un magistrato di Reggio Emilia ha intimato a Facebook di oscurare due pagine perché contenevano minacce di stampo islamista a una giornalista, Benedetta Salsi del Resto del Carlino, che aveva documentato le minacce di un italiano, Luca Aleotti, indagato dalla procura di Bologna per terrorismo.
La risposta di Facebook è stato un secco “rejected”. Nonostante Facebook ospiti profili con contenuti di minacce come “Musulmani d’Italia” e “Islam Italia”, firmati da Saiuf-Allah, cioè la spada di Dio.