Camargue paese di mare di terra e di cielo

 

Foto e testi di Federico Klausner tratte dal web magazine www.travelglobe.it
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Foto 1. Si dice Camargue e si pensa ai cavalli, ai gitani e ai fenicotteri rosa che l’hanno scelta come privilegiato rifugio. Ma sopra e sotto di loro si stendono spazi infiniti, che sono il respiro della Camargue. E io guardo la terra e il cielo. Una terra piatta, accarezzata da arbusti e incisa da cicatrici che non rimarginano, neppure quando piove.

Foto 2. Una zona infida, dove il passo sprofonda avvicinandosi agli sconfinati stagni costieri, pochi centimetri d’acqua immobile, interrotta dai lunghi trampoli delle migliaia di fenicotteri, il cui colore rosa interrompe la monotonia scura.

Foto 3. Le mura di Aïgues-Mortes sembrano alzarsi dalle vasche di acqua immobile e rosata delle Salins du Midi. Voluta da Luigi IX di Francia (poi San Luigi), come porto di imbarco per la sua partecipazione alla 7a (1248) e 8a (1270) crociata, è ora una cittadina di poco più di 8.200 abitanti, il cui territorio è costituito in parte da una pianura umida e dagli stagni della Camargue, collegata al mare attraverso il canale Grau-du-Roi.

Foto 4. Un malandato pontile si affaccia nel bacino di una salina. Superficie che riflette una realtà sdoppiata e capovolta, un’ombra che ombra non è, in una specie di irresistibile caleidoscopio di pochi elementi essenziali. Un orizzonte immenso che nessun rilievo interrompe. Solo terra, acqua e silenzio, che si esplorano sui pochi viottoli asciutti.

Foto 5. Le nuvole strappate dal vento galleggiano in cielo come zucchero filato, accarezzando il paesaggio e specchiandosi negli stagni costieri, luoghi eletti di sosta e riproduzione dei fenicotteri, soprattutto nei mesi che vanno da metà marzo a metà giugno, quando si contano 15.000 coppie.

Foto 6. Il tramonto di una giornata nuvolosa non vuole cedere al grigio e accende un nastro luminoso, dove cielo e acqua si toccano. Il vento corruga le nubi in repentini, vibranti mutamenti, che conferiscono loro un aspetto vivo, in contrasto con l’assoluta immobilità dello specchio d’acqua.

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