
Su Il Foglio quotidiano di sabato e domenica 26-27 marzo è stata pubblicata integralmente una lunga lettera (“rispettosa e a tratti amorevole invettiva” –come scrive Il Foglio– di Adriano Sofri a Oriana Fallaci). Titolo: “L’Islam della tua rabbia – Cara Oriana, ti spiego perché avevi torto pur avendo ragione”. Cinque paginoni che meritano di essere letti, per questa rispettosa e a tratti amorevole invettiva di Sofri dopo l’11 settembre. Sofri, tra le altre cose, ricorda alla fiorentina Fallaci che lei deve molto a Don Lorenzo Milani (sì, quello di Barbiana), perché “le ha preparato la strada”, e cita il cardinale Florit che a don Milani (in ospedale con il suo cancro) scrisse: “La tua natura, il tuo modo di parlare, di scrivere, di essere, ti porta agli scontri verbali, agli estremi, alle espressioni limite”. E Sofri dice a Oriana: Florit rinfacciava a don Milani di esagerare. Don Milani le ha preparato la strada. E aggiunge: “Se non fosse donna, lei non avrebbe il coraggio –ce ne vuole!- di trattare così sprezzantemente le donne”. Il lungo articolo di Oriana fu pubblicato sul Corriere della Sera il 29 settembre 2001, suscitando reazioni veementi, pro o contro. Il Bastian si permette di consigliare ai lettori di Remocontro di recuperare questo numero de Il Foglio, perché è una lettura preziosa, per i contenuti e per la qualità della scrittura. Un modo splendido per ripercorrere il passato, ricordare, riflettere.
Il Bastian segnala una “splendida” storia all’italiana, splendida da rabbrividire. Il Comune di Grosseto nel 2000 aveva pagato 258.000 euro per una chiatta, e la ditta che l’aveva costruita ha offerto al Comune la cifra di 8000 euro per riprenderla, dato che è ferma da sedici anni nell’aia di un agriturismo ed è ormai è un ferrovecchio. Il Comune ha detto NO, e la chiatta che doveva servire per passare da una riva all’altra del fiume Ombrone da anni è nel terreno di un privato, e ormai è tutta ruggine, anche perché la zona è alluvionale. Risultato: il Comune non sa che farsene e, dopo i 258mila euro per comprarsela ne dovrà spendere almeno altrettanti per buttarla via.
Una “rara” storia italica? No, il Bastian deve purtroppo ricordare gli autobus di Roma: vecchi di 12 anni e quasi sempre guasti (fermi in media mille bus al giorno), e il Comune ha debiti verso i fornitori per 429 milioni. Ci sono anche i bus elettrici: dei 60 acquistati nel 2009, 50 sono fermi. Ma anche dei 30 filobus acquistati dall’Atac per 26 milioni tra i 2005 e il 2008 quasi 20 restano fermi nelle rimesse, perché le batterie si sono scaricate e nessuno le ha sostituite.