
Per il Bastian rileggere la storia è sempre un dovere professionale ma anche una fonte di autentico divertimento. Gianfranco Fini nel 2009 (sette anni fa), dopo essere stato segretario del Movimento Sociale Italiano, alla vigilia di diventare presidente della Camera dei Deputati, attacca la Lega di Bossi, plaude alla sentenza della Corte europea dei Diritti dell’uomo sulla morte di Carlo Giuliani al G8 di Genova del 2001. E nell’agosto del 2009 sugli immigrati Fini dice: “Ripugna la coscienza non considerare chi arriva in Italia, regolare o no, che prima di tutto è una persona”, e attacca la Lega di Bossi perché “discriminatoria, xenofoba, razzista”. Se la prende ancora con la Lega bossiana che attacca l’inno nazionale, che per Bossi “nessuno conosce”.
L’attuale leader della Lega, Salvini, non si discosta molto da Bossi, tranne che su un punto: Bossi era un antifascista, Salvini no. Anzi, cerca alleanze proprio a destra, e per trovare voti nel Mezzogiorno fa l’esatto contrario di Bossi: e già si parla di un passaggio dalla “Lega Nord” alla “Lega nazionale”. Finora senza clamorosi successi, anzi: in Puglia la lista “Noi con Salvini” ha preso il 2% dei voti, in Campania non si è neppure presentata.
Che cosa accomuna la Lega di Salvini e il Front National francese di Marine Le Pen? I toni e i contenuti di destra, tranne il più importante: il Front National si dichiara, appunto, National, cioè francese tout court. E il “Front National” italiano semmai è il M5S, non la Lega di Salvini: per dimensione elettorale, se non altro. Per il Bastian è un film già visto varie volte nella storia italiana. Quando c’era il PCI, a sinistra era fiorita una costellazione di gruppi e partitini che rivendicavano di essere loro i “veri comunisti”, ma senza mai raggiungere una dimensione elettorale significativa, neppure prendendoli tutti insieme.
La visita di Obama a Cuba si rivela un’altra controprova che quando una forza di liberazione vince poi spesso finisce per adeguarsi- sui piano dei diritti politici- alla realtà preesistente. Così Obama arriva a Cuba, i dissidenti vengono arrestati, oppure avvertiti di non uscire di casa, piantonati da agenti della polizia cubana, oppure chiusi in casa (insieme a un agente). Però, a parere del Bastian, non vanno affatto sottovalutate le conseguenze di questa visita del presidente degli Usa nell’isola che Fidel Castro e Che Guevara liberarono dalla dittatura di Fulgencio Batista. Ora il fratello di Fidel, Raul, sta cercando di portare avanti un programma di riforme ancora tiepidamente liberali, per i cittadini e per l’economia.
L’ex sindaco di Roma, Marino, ha voluto stipulare una polizza assicurativa per tutelarsi contro i rischi insiti nella sua funzione. Una pratica diffusa anche in altre città. Peccato che l’iniziativa di Marino risalga al giorno precedente alle sue dimissioni, con l’assicuratore che si chiama Assicurazioni di Roma, ed è di proprietà del Campidoglio, cioè il Comune. Che si trova così ad essere l’unico ente pubblico al mondo a possedere una compagnia assicurativa. E adesso Marino pare vada alle elezioni col pugno chiuso dell’estrema sinistra. Sull’ennesima “marinata” di Marino il Bastian è molto contrario, anche se non sorpreso.