Improbabili sindaci crescono. A destra rissa sull’eredità Berlusconi

A destra di Guido Bertolaso, sovraffollamento di candidature di ex An. Gasparri dentro Forza Italia sostiene l’ex capo della Protezione Civile, mentre il senatore Andrea Augello (ex Ncd) appoggia il costruttore romano Alfio Marchini. Storace starebbe fondando un partito con Fini e Alemanno. Mario Adinolfi, ex deputato del Pd e candidato sindaco per il ‘Popolo della Famiglia’, il movimento del Family Day, punta a rubare una parte dell’elettorato cattolico che votava la destra romana.
Nell’estrema destra c’è anche la candidatura di Alfredo Iorio, responsabile della storica sezione di via Ottaviano 9, che si presenta sostenuto da Forza Nuova, Fiamma Tricolore e dal rinato MSI che comprende l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito vicepresidente del partito. Infine ci sono le candidature di Simone Di Stefano per Casa Pound e di Adriano Tilgher del Fronte Nazionale.

Piergiorgio Corbetta, direttore all’Istituto Cattaneo, studia da tempo il “fenomeno M5S”. E nota alcune cose: a Roma furoreggia la bella avvocatessa Virginia Raggi, a Torino Chiara Appendino, figlia di un industriale, a Milano invece la “casalinga disperata” Patrizia Bedori getta la spugna e punta il dito contro chi (nel movimento) l’ha definita “obesa e disoccupata”. Corbetta sostiene che Grillo, dicendo che faceva “un passo di fianco” di fatto si metteva da parte, mentre il M5S si cominciava a costituire come un vero e proprio partito, ma con molte opacità, come le espulsioni firmate da uno “staff” anonimo . Alle Comunarie di Napoli si è affermato il monzese Matteo Brambilla. E alla cena di “festa” c’è anche Laura de Vita, segretaria del deputato Roberto Fico in commissione di vigilanza Rai. Molti cominciano a protestare: il regolamento del M5S non è stato votato da nessuno. Il Bastian conferma: orma il il capo M5S è Casaleggio, e nel movimento si allunga la lista degli espulsi.

A Napoli c’è un lungo elenco di “scale immobili”, guasti temporanei che diventano perenni: alle stazioni della metropolitana di Rione Alto, di piazza Cavour, di piazza Amedeo, alla stazione della Cumana, Mostra d’Oltremare, alla funicolare di Parco Margherita, oltre al tapis roulant della stazione metro di piazza Vanvitelli. Il sindaco in carica De Magistris non ne parla, e neppure Bassolino, impegnato a contestare le primarie Pd.

Il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, nel rapporto sugli appalti in Campidoglio, a Roma, tra il 2012 e il 2014, ha scritto che anche nella gestione del sindaco Marino c’è stato un “uso massiccio delle procedure negoziate, poco garantite, e l’uso sistematico delle proroghe negli appalti, con moltissimi di questi lasciati scadere per poi fare successivamente le proroghe”. Come succedeva al tempo del sindaco Alemanno. Vibranti proteste di Marino, ma la risposta di Cantone è secca: “Noi parliamo di fatti con i calcoli matematici, e la matematica non è un’opinione politica”. A Milano direbbero a Marino “Ciapa su e porta a cà”. Il Bastian sottoscrive.

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