Se l’Europa implode, nazionalismi, tensioni, nuovi conflitti

Se l’Europa implode, nazionalismi, tensioni, nuovi conflitti

Jean Claude Juncker ha detto che gli euroscettici dovrebbero andare a visitare i cimiteri di guerra. Un invito per riflettere sul fatto che l’implosione dell’Europa non può che portare alla rinascita di nazionalismi, a tensioni insanabili fra i popoli europei e persino a nuovi conflitti. Forse non militari, ma di sicuro commerciali, sociali, finanziari, come del resto sta già avvenendo. Le parole di Juncker sono accorate, direi nobili per l’intento di rilanciare l’ideale europeo e scongiurare la prospettiva della Brexit, ma tardive e alla fine poco efficaci.
L’impressione è che la casa stia già bruciando, che proprio gli uomini come Juncker non abbiano le carte in regola per spegnere l’incendio (che fine ha fatto il suo piano per la crescita? Quale politica ha messo in campo per uscire dalla crisi?) che infine non basti più la retorica degli ideali europei per invertire la rotta dell’euroscetticismo e dell’antieuropeismo.

Sentimenti collettivi che per troppo tempo sono stati confinati con un certo disprezzo intellettuale nella categoria del populismo, senza coglierne la forza critica. Non è questo “populismo” che danneggia l’Europa.
Sono i guasti della tecnocrazia, delle regole applicate con automatismi a prescindere da valutazioni politiche, della mancanza di coraggio politico, dello strapotere negoziale delle banche, delle lobby, della grande industria. E’ la mancanza di solidarietà europea, di trasparenza, di partecipazione dei cittadini.

La Gran Bretagna rischia di uscire dall’Europa e ha trattato sul welfare per gli immigrati, il cui costo é un granellino di sabbia rispetto alla ricchezza nazionale. L’economia greca vale una provincia italiana, ma si sono persi anni di estenuanti negoziati per salvarla, cosa ancora incerta, comunque sottoposta al recupero crediti delle banche tedesche.
Questa Europa impone la misura dei cetrioli e delle vongole, ma non vede lo scandalo Volkswagen. Questa Europa si accapiglia sulle percentuali ammesse di deficit pubblico, ma non sa spendere per la propria difesa, per una degna politica estera, per una diplomazia continentale, proprio mentre gli incendi, le guerre, le carestie, le deportazioni di massa si propagano ai confini. Sono questi i cimiteri che Juncker dovrebbe visitare.

Condividi:
Altri Articoli
Remocontro