Gruppo Espresso-Repubblica, arrivano gli Agnelli, la Fiat lascia il Corsera

Editoria. Il gruppo L’Espresso, proprietario di Repubblica e del settimanale e di una serie di giornali locali verso la fusione con Itedi, la società che controlla La Stampa e il Secolo XIX. La nuova società controllerà circa il 20% del mercato. L’ex Fiat scende dunque a Roma col controllo di circa il 20 per cento circa del mercato. Cir, da Fiat Chrysler Automobiles e la Ital Press Holding della famiglia Perrone.
In una nota, Fca ha spiegato che distribuirà ai propri soci l’intera partecipazione detenuta in Rcs MediaGroup, cioè il corriere della Sera coerentemente con la decisione di concentrarsi nelle attività automobilistiche.

Al nuovo gruppo, spiega un comunicato congiunto, faranno capo la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i numerosi giornali locali del gruppo Espresso, che manterranno la piena indipendenza editoriale. Le varie testate nel 2015 hanno raggiunto nel loro insieme circa 5,8 milioni di lettori e oltre 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui loro siti. Il gruppo Espresso e Itedi lo scorso anno hanno registrato 750 milioni di euro di ricavi, con la più alta redditività del settore, e non sono gravate da debiti.

Cir, holding industriale della famiglia De Benedetti, avrà una quota superiore al 40 per cento. Fca, che oggi ha in portafoglio il 77% di Itedi, avrà il 16% circa dell’aggregato con la famiglia Perrone che continuerà a essere azionista di minoranza con una quota pari al 5 per cento.

John Elkann in una lettera ai dipendenti Itedi, «L’accordo porterà alla creazione di una nuova realtà nella quale fonderemo tutte le nostre attività editoriali. La Società sarà leader nel settore dell’informazione in Italia, in grado di offrire la più ampia e completa gamma di contenuti e di servizi giornalistici, in forma cartacea e digitale».

Carlo De Benedetti, presidente del gruppo editoriale L’Espresso, «Al perfezionamento dell’accordo Cir resterà l’azionista di controllo di un gruppo più grande, più forte, con una redditività significativa e sempre più autorevole dal punto di vista della governance, dei contenuti e delle testate di proprietà».

Qualche dubbio, perplessità (e qualche paura) tutte ancora da chiarire da parte sindacale e rispetto al centrale problema del pluralismo informativo oggi in Italia. I tre più grandi quotidiani generalisti, punti di vista alternativi (qualche volta) tra di loro. Una notizia tutta ancora da decrittare. Con tre voci potenti che non potranno aiutarci a capire senza essere sospettate di fare gli interessi di casa.

 

Rumoroso silenzio sindacale

Ad accennare un dibattito di cui non troviamo traccia, vi proponiamo uno spunto dal blog di Gad Lerner.

Massimo Mucchetti, senatore PD ed ex vicedirettore di “Corriere della Sera” e de “L’Espresso” in un intervento sul “Foglio” segnala l’eccessiva concentrazione editoriale del polo Repubblica-Stampa. Per Mucchetti l’attuale normativa vieta la costituzione di società editoriali con quote di mercato superiori al 20%, mentre il polo Repubblica- Stampa ha una tiratura pari al 22%.

È superata la preoccupazione politica per il pluralismo, che ha tante volte ispirato le posizioni antiberlusconiane del gruppo Espresso?

Il nuovo polo editoriale rappresenta una contraddizione con le campagne de “La Repubblica” contro l’eccessivo potere editoriale del gruppo Fiat, che ora praticamente uscirà da questo settore con l’addio a Rcs. Exor rimarrà azionista di minoranza e controllerà The Economist, ma l’azienda automobilistica si concentrerà sul suo business.

Alla luce della fusione tra “Repubblica” e la “Stampa” Silvio Berlusconi potrebbe sostituire le quote di Fca in Rcs e nessun potrebbe contestarlo. Un’operazione che non avverrà, ma che illustra una delle contraddizioni di questa importante operazione industriale.

 

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