
Ricordate la commedia, “Niente sesso, siamo inglesi”? Parafrasando, possiamo riflettere sulla tragedia prossima ventura. Il negoziato sulla ‘Brexit’, per un risultato favorevole alla permanenza della Gran Bretagna in Europa, è di una fragilità estrema e non é assolutamente detto che le concessioni pretese da Cameron servano poi a modificare l’atteggiamento dell’opinione pubblica d’Oltremanica.
Quali saranno poi le conseguenze di queste concessioni negli altri Paesi membri?
E’ ovvio immaginare una corsa ad ottenere qualche cosa, a cambiare le carte in tavola, a modificare un assetto in chi ciascuno si sentirà in diritto di avere un piede dentro quando conviene e uno fuori quando si tratta di sottostare a regole comuni.
E’ paradossale che mentre un Paese ricco, medita di uscire, ci sia un altro Paese povero – la Bosnia – che spera di entrare in fretta, cosi come la Serbia e come hanno già fatto Slovenia, Croazia, Ungheria, Polonia etc, salvo poi diventare euroscettici quando si esauriscono le spinte positive dei vantaggi e comincia il percorso di “sottomissione” a regole e contratti comuni.
Allora si rialzano muri e prendono corpo le spinte populiste e antieuropee.
La prima e più drammatica conseguenza dell’uscita della Gran Bretagna e comunque di una modifica delle condizioni di permanenza sarà che personaggi come Marine Le Pen o Matteo Salvini non potranno più essere considerati impresentabili capipopolo antieuropei, in quando potranno dire di avere visto giusto. Il meccanismo mediatico tendente ad esaltare ciò che verrà concesso agli inglesi potrebbe risultare ovunque devastante.
La Gran Bretagna continuerà cosi a guardare agli Stati Uniti per quanto riguarda diplomazia, interessi strategici e politica estera. Continuerà a rappresentare la piazza finanziaria più importante d’Europa, avendo tuttavia meno obblighi nei confronti del modello europeo. Potrà controllare ancora di più le proprie frontiere, limitare la circolazione degli uomini, ma ovviamente non quella dei capitali che continueranno ad affluire nella City.
Gli europei continueranno ad andare in gita a Londra, chiedendosi come mai si possa crescere di piú e lavorare meglio in un Paese in cui la Banca Centrale e il governo centrale possono decidere che cosa fare della propria moneta.