Smog killer ammazza più di droga ed alcol

Lo smog uccide 5,5 milioni di persone ogni anno nel mondo. Fa più morti del più aggressivo dei virus finora conosciuti. Provoca il cancro, è causa di malattie respiratorie e di molti fattori allergici. Condiziona la vita di decine di milioni di persone. Ha conseguenze devastanti sulla salute, l’ambiente e l’economia. Secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della Salute) uccide più della droga e dell’alcol. Ma è un assassino silenzioso e invisibile, che riesce a sfuggire persino alle dichiarazioni di emergenza sanitaria mondiale, come ad esempio per l’Ebola.

L’inquinamento, avverte l’Oms, è la quarta causa di decessi al mondo, precedute solo da pressione alta, fumo, cattiva alimentazione, droga, alcol e malattie sessualmente trasmissibili. Una piaga sociale ed economica con cui i governi fanno male i conti. Perché lo smog dell’aria non è soltanto conseguenza delle nostre cattive abitudini, ma è soprattutto l’effetto di un modello di sviluppo economico mondiale, la cui faccia pulita è rappresentata da un relativo benessere generalizzato.

Ma a conti fatti l’aria cattiva conviene sempre meno anche per le casse pubbliche degli Stati. Che si svuotano ogni anno di 1.500 miliardi di euro solo in Europa per curare chi si ammala di inquinamento. Un danno economico enorme, considerando i continui tagli alla spesa sanitaria dei governi.

Eppure le nuove tecnologie permetterebbero una drastica riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria, a partire dalla mobilità urbana fino alla produzione industriale e agroalimentare. A patto che le strategie di approvvigionamento energetiche puntino di più sulle fonti rinnovabili.

 

L’85% della popolazione mondiale – spiega ancora l’Oms – vive in aree che superano abbondantemente la soglia limite di 25 microgrammi per metro cubo di emissioni. India e Cina sono in cima alla lista dei morti prematuri per la cattiva qualità dell’aria, rispettivamente con 1,4 e 1,6 milioni di morti nel 2015. E secondo molti scienziati gli accordi sul clima a Parigi hanno fissato target non sufficienti a combattere la piaga di proporzioni globali.

Nonostante gli impegni presi per la riduzione dei gas serra e per il contrasto ai cambiamenti climatici, nei prossimi due anni – prevede l’Oms – il numero dei morti da smog è destinato pericolosamente ad aumentare. A meno che si prendano misure più radicali al taglio della CO2 nell’aria.

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