Facebook, stop alla vendita di armi tra privati. Ma gli altri?

Dopo che Facebook ha vietato la compravendita di armi tra privati sulla propria piattaforma, i commercianti di pistole si stanno affrettando a creare nuovi siti web dove concludere i loro affari. Il 29 gennaio l’azienda di Marc Zuckerbeg si è resa definitivamente indisponibile a fare da tramite per il commercio di armi tra utenti privati. Che ora stanno rapidamente svuotando i gruppi creati per protestare contro il social network. Anche se Facebook non ha messo al bando i rivenditori ufficiali.

La decisione dell’azienda di Palo Alto (California) arriva dopo il riaccendersi del dibattito Usa sulla necessità di coniugare sicurezza e diritto a possedere un’arma.

 

pistola stelle e strisce color

 

Sono 355 le stragi compiute nel 2015 sul territorio degli Stati Uniti. Al ritmo di una sparatoria al giorno, per 30.000 morti l’anno. Un’inutile carneficina. Numeri da far rabbrividire, nemmeno troppo lontani da quelli dei morti ammazzati in una qualsiasi guerra ad alta intensità di fuoco. In questo modo gli Usa si attestano tra i paesi più pericolosi al mondo.

Ma non bastano le classifiche da incubo a stemperare l’inquietante attrattiva che le pistole hanno sulla popolazione statunitense. La potentissima lobby americana delle armi è in grado di sviluppare una vera e propria potenza di fuoco economica, mediatica e pubblicitaria, tanto da influenzare politica e opinione pubblica.

Anche fino al paradosso di scatenare una reazione indignata – e spontanea? – per la decisione di Facebook tra gli appassionati compratori di pistole sul web. Che hanno iniziato un rapido passa parola per pubblicizzare l’apertura di nuovi siti web dove continuare a intavolare trattative “a mano armata”.

Diversi utenti hanno cambiato nome al proprio gruppo per non essere messi al bando dal social network e poter rimandare i soci verso altri siti di scambi. Un utente, scrive la Reuters, ha pubblicato un post in cui sostiene che la community delle armi da fuoco è “dipendente da Facebook, e che il divieto “gli si torcerà contro”, costringendo i commercianti di pistole a rivolgersi a siti non controllati, in cui le persone condividono anche informazioni personali.

Ma i vertici di Facebook non sembrano preoccupati. Considerano modesta la migrazione verso altri lidi. “Spendiamo un sacco di tempo a pensare le nostre politiche globali di vendita”, ha dichiarato la responsabile della politica dei prodotti dell’azienda Monika Bickert. Che ha rilevato che circa l’80% degli utenti Facebook (nel mondo sono 1,6 miliardi), vivono fuori dai confini di Stati Uniti e Canada.

 

Face armi alta fb

 

Il social network più frequentato al mondo ha deciso di sostenere la campagna politica di Barack Obama per un maggior controllo delle armi? Non tutti sono pronti a scommetterci, vista la strizzatina d’occhio ai rivenditori ufficiali che possono continuare a vedere pistole usando come base la piattaforma creata da Zuckerberg.

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