Missile e bombe atomiche del Kim. Fin che la Cina lo regge

A guardarlo diventa oggettivamente difficile prenderlo sul serio: Kim Jong-un, dittatore ereditario della Corea del Nord. Per la satira, Ciccio Kim. Eppure il giovanotto gioca con Bombe atomiche e missili a lunga gittata ed è forse il caso di iniziare a prenderlo su serio.

Sino a ieri le proteste Statunitensi, Sud Coreane e Giapponesi sembravano troppo ‘ideologiche’, prevenute politicamente.

 

Oggi a preoccuparsi è anche l’alleata e protettrice nord coreana Cina.

Val la pena andare a dare una occhiata su cosa accade -su cosa ci raccontano accade- a Pechino per cercare di capire la partita vera del caricaturale Kim Jong-un.

Per dilla ancora più brutale, cercare di capire se siamo un remache del ‘Grande dittatore’ di Chaplin, o al rischio reale da parte del più ridico dittatore sulla terra.

 

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E partiamo subito dalla permessa che nel Paese di Kim Jong-un, come in certe favole, tutto è possibile ma nulla è certo.

Neppure la foto del lancio del missile.

«Questa foto è stata scattata dalla televisione nordcoreana e diffusa dall’agenzia di stato Yonhap: mostra la terra vista dal razzo Kwangmyong 4 appena dopo il lancio. (L’Afp specifica che le è stato impossibile accertare che non sia un falso)».

 

 

Pechino arrabbiata

Secondo il New York Times la Corea del Nord ormai rappresenta un problema anche per Pechino.

Missione impossibile per il veterano della diplomazia cinese Wu Dawei mandato a convincere il giovane leader del paese, Kim Jong-un, a rinunciare al lancio di un razzo per sviluppare tecnologie di missili balistici.

 

Ma l’incontrollabile Kim ha ignorato le sollecitazioni e anzi, ha anticipato il lancio facendolo coincidere con la vigilia del nuovo anno lunare, festa sacra in Cina. Non è chiaro per quanto tempo presidente Xi Jinping -si chiede Jane Perlez Beijin sul NYT- tollererà quella che alcuni analisti considerano una umiliazione del suo paese per mano del caricaturale Kim.

 

 

L’opinione pubblica cinese

I cittadini cinese si sono davvero stufati delle fanfaronate pericolose del giovanotto sovrappeso alle e porte di casa. In un sondaggio condotto su Weibo Venerdì e Sabato, il 66 per cento dei 8.000 intervistati ha dichiarato di sostenere l’ipotesi di uno ‘strike’, di un attacco da parte degli Stati Uniti per spazzare l’armamento nucleare. Il diciotto per cento s’è detto contrario e il 16 s’è dichiarato neutrale. Quel Kim non piace proprio.

 

Ma, nonostante le relazioni personali gelide – il presidente Xi ha rifiutato di incontrare il Kim – la Cina avrebbe paura di trasformare il suo alleato recalcitrante in un nemico preoccupante. Alla Cina fa comodo esportare petrolio in Corea e importarne minerali. Il realtà il vertice comunista cinese aveva sperato che l’ultimo Kim, il terzo della dinastia, potesse rivelarsi una figura stabile. Ma il lancio missilistico seguito al quarto test nucleare ha spezzato ogni speranza di equilibrio.

 

 

Altri scenari coreani

La Cina è il primo partner commerciale della Corea del Sud, e i suoi rapporti col governo di Seul sono decisamente migliorati rispetto al passato storico. Ma dopo il lancio nordcoreano di domenica Seul ha chiesto agli Stati Uniti il sistema di difesa antimissile Thaad, Terminal High Altitude Area Defense. La Cina ovviamente si oppone e protesta. I presidenti Obama e Xi si sono parlati al telefono, ambedue preoccupasti dal giovanotto nord coreano, ma divisi da altri fronti commerciali e militari.

 

Una contraddizione che probabilmente terrà ancora il sella l’instabile dittatore nord coreano. Attualmente il rapporto tra Stati Uniti e Cina è tutt’altro che buono, ed è difficile che gli Stati Uniti siano disposti ora a concedere qualcosa alla Cina per scaricare definitivamente l’imbarazzante Corea del Nord. L’interesse degli Stati Uniti è quello di ridurre numero e costi delle armi nucleari, e quello della Cina è per ora quello di mantenere un livello minimo di stabilità con la fastidiosa Corea del Kim.

 

 

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