
Versione di Repubblica, Giulio, scienziato scambiato per una spia.
“Giulio torturato perché pensavano fosse una spia”. La doppiezza della figura del giovane, affacciata da giornalisti avvoltoi, che ritorna nei sospetti del Mukhabarat, i servizi egiziani. Sempre il quotidiano romano sostiene la pista dell’omicidio politico e immagina uno scontro tra apparati egiziani nel tentativo di depistare l’accertamento della verità.
Tre elementi di interesse. Giulio è stato sequestrato il 25 gennaio poco dopo essere uscito di casa. Lo stesso giorno e nella stessa zone è stata condotta una retata anti sovversivi. L’American University del Cairo dove Giulio era ricercatore è da tempo oggetto dell’attenzione del Mukhabarat.
Par capire meglio, il gemello del nostro vecchio Sisde (vecchi nomi per evitare equivoci), rispetto al Sismi egiziano da cui proveniva il generale Al Sisi.
Anche il Messaggero insiste sull’equivoco attorno al lavoro di ricerca svolto da Giulio Regeni. Facendo riferimento a quanto dichiarato ieri dall’ambasciatore italiano in Egitto, Marizio Massari, secondo cui gli egiziani avrebbero considerato Regeni una spia o un provocatore.
Dettagli investigativi nuovi: un amico italiano aspettava Giulio in piazza Tahrir per le 20 e, non vedendolo arrivare, ha cominciato ad agitarsi. Un quarto d’ora dopo è già allarme. Noura Wahby, compagna di università di Regeni twitta preoccupata, cerca informazioni.
Il Corriere della Sera aggiunge un dettaglio alla pista dei Servizi segreti, o strutture parallele, a cui addebitare l’assassinio. Il mistero sul luogo in cui il cadavere è stati fatto ritrovare.
Secondo testimonianze raccolte da Viviana Mazza, la Sicurezza di Stato, userebbe quella tecnica pwer abbandore le vittime della sua torture.
In particolare, nella zone del ritrovamento, ‘Città 6 ottobre’, c’è uno dei principali uffici della Amn el Dawala, la Sicurezza di Stato.
C’è anche uno dei principali compi della Sicurezza centrale, chiamato ‘Kilo 10,5’, dove vengono portati molti prigionieri politici.
Su Il Giornale, un funzionario di polizia italiano esclude responsabilità di 007 egiziani: “Giulio finito in mano a squadre paramilitari”.
Impossibile che siano state squadre del Mukhabarat sostiene l’intervistato anonimo.
‘Non avrebbero mai fatto ritrovare il corpo, che è elemento importantissimo per cercare di arrivare agli assassini’.
Altra considerazione, cinica ma indicativa: ‘Regeni non era così importante da torturarlo per estirpargli informazioni che probabilmente non aveva’.
Ipotesi più probabile, “squadre paramilitari che affiancano le forze di polizia e antiterrorismo, oppure agenti di basso livello in cerca di gloria.