Diga di Mosul italiana
Lavori e soldati a difesa

Questa volta è accaduto davvero. Il governo iracheno ha concesso all’italiana Trevi l’appalto per risanare la diga che sovrasta Mosul. In precedenza c’era stata solo la nostra richiesta dei appalto.

‘Sulla diga di Mosul i contatti con Baghdad vanno avanti da settimane’, spiegano dalla Farnesina.

Dalla stessa fonte veniamo a sapere di un accordo con il governo iracheno e la coalizione. E che la partecipazione dei nostri militari si definirà molto presto”.

 

 

Dunque, scambio politico tra apparto alla diga percolante e la presenza di militari a difesa del cantiere e della diga stessa.

Il valore del contratto è di 230 milioni di dollari. I costi della missione militare non ancora definiti.

Nei giorni scorsi si era tornato a parlare della diga sul fiume Tigri, dopo che un alto responsabile militare americano in Iraq aveva ribadito i timori di Washington per l’eventuale crollo della struttura, costruita nel 1980.

 

 

Ma che dovranno fare i soldati italiani nel ruolo abbastanza equivoco di vigilantes modello anti pirateria?

«I soldati italiani saranno a difesa della diga» con «modalita di azione» che saranno definite molto presto «in accordo con il governo iracheno e la coalizione», è la non risposta dagli esteri.

Voci parlano di altri 750 uomini impegnati in operazioni di supporto, mentre a Erbil, da oltre un anno, sono all’opera circa 200 militari italiani con compiti di addestratori.

 

 

Sin dal 2007 le autorità americane e irachene hanno lanciato allarmi sui pericoli di cedimenti della diga, che si trova a poche decine di chilometri dall’area controllata dall’Isis e che dall’anno scorso è in mano alle forze curdo-irachene.

 

 

Matteo Renzi in dicembre aveva annunciato la disponibilità dell’Italia a inviare 450 militari italiani per difendere la diga. L’ANSA ha appreso che il governo italiano e quello iracheno stanno ancora trattando il loro invio.

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