
AGENZIA ANSA
«Faccia a faccia a Berlino tra il premier Matteo Renzi e la Cancelliera tedesca Angela Merkel. ‘È urgente un accordo sulla Turchia’, ha detto la Cancelliera. Sull’immigrazione, Renzi: ‘Siamo pronti a fare ogni tipo sforzo per superare le incomprensioni che pure ci sono state. Nessun problema né con la Turchia né con la Germania. Stiamo aspettando che le istituzioni Ue ci diano alcune risposte».
Questione Ue. «’Sulla flessibilità -ancora Renzi- chiediamo che le regole Ue che esistono siano applicate, non chiediamo nuove regole’. ‘La cosa bella -replica la Merkel- è che quando si tratta di comunicazione della flessibilità, entrambi accettiamo che ci siano interpretazioni della Commissione divergenti». Palla nuovamente fuori campo, verso Bruxelles.
Quante parole inutili sul rapporto Italia Germania, come fosse l’eterna sfida calcistica che peraltro abbiamo sempre vinto, perdendone altre in altri campi. Non c’é contrapposizione, perché non può esserci fra due Paesi che hanno un interscambio economico enorme e relazioni socioculturali radicate.
Non ci può essere nemmeno una sorta di nuovo asse, visto che quello che esiste – l’asse franco tedesco – non é messo in discussione, perché crollerebbero le ultime certezze sull’Europa. La ricerca di “sponde” antitedesche non paga, perché nessuno, da Madrid ad Atene, ti segue.
Si può invece ottenere maggiore rispetto e considerazione, sia per il sistema Paese, sia per gli sforzi e i progressi fatti. La credibilità e l’immagine del governo devono essere riconosciute e di conseguenza portare a una politica più condivisa.
Non si arriva però da nessuna parte senza una piú puntuale attivitá a Bruxelles che a sua volta é lo specchio di quanto le tematiche europee entrano nella nostra politica quotidiana.
La cosa piú importante che Renzi e Merkel oggi dovrebbero fare é un appello ai valori dell’Europa, quelli che dovrebbero impedirne l’implosione, le ondate di razzismo e xenofobia, i ritorni ai nazionalismi.
Hanno un grande vantaggio sul resto d’Europa: rappresentano i governi piú stabili e i soli partiti che resistono in termini di consenso e di appartenenza alle tradizioni riformiste e popolari, socialdemocratiche e cattoliche che hanno fatto l’Europa.