
Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti, il personaggio chiave a proporre risposte al quesito che divento centrale con le recenti minacce terroristiche alla nostra sicurezza. “La società sorvegliata – I nuovi confini della libertà”. Detta più brutalmente, quanta democrazia ci costa e ci costerà ancora la sperata sicurezza, e quali sono i limiti inviolabili che lo status di democrazia impone a chi chiede e a chi deve garantire la sicurezza.
Minniti, politico di lungo corso, prima definisce i confini inviolabili per il mestiere che adesso deve gestire: ‘In Italia non c’è una raccolta massiva di dati personali. È proibito dalla legge e non si fa’. Qualcuno, ancora nel recente passato lo aveva fatto, ma non lo fa lo Stato. Bene. Poi il ‘tecnico’: ‘Non funziona l’idea che il contrasto al terrorismo possa avvenire solo attraverso la tecnologia informatica. Il problema è sempre il fattore umano’. Insomma, servono bravi sbirri e brave spie.
Punto di forza per l’Italia il C.A.S.A., Acronimo del ‘Comitato di analisi strategia antiterrorismo’. Un centro unico che scambia in tempo reale le informazioni, ‘E questo significa una straordinaria capacità di prevenzione -sottolinea Minniti- Lo scambio di informazioni è sempre il punto cruciale’. Dunque il difficile equilibrio l’esigenza della privacy e l’esigenza di disporre di nomi per necessità della sicurezza, questione posta da Antonello Soro, il presidente della Privacy.
Scambio tra libertà e sicurezza? Approccio sbagliato. ‘Sono due facce che stanno strettamente insieme. Evidente che non ci può essere alcuna libertà se non c’è una sicurezza. Ma a che mi serve la sicurezza se poi vengo ridotto come individuo sociale? Il punto cruciale -ancora il sottosegretario- è che i terroristi dell’ integralismo islamico pensano che l’opinione pubblica sia elemento di debolezza in una democrazia. Noi vinceremo la sfida del terrorismo con il consenso’.
Problema delle emotività popolari e delle strumentalizzazioni politiche. ‘Una grande democrazia non risponde con emotività e sulla base dei sondaggi. Il decisore politico deve rispondere sulla base di misure che reputa più efficaci e non sulla cresta dell’onda, che va via dopo poco tempo e su cui non è facile starci. L’Italia ha una Procura nazionale antiterrorismo, strumenti che consentono di reprimere e prevenire. Una democrazia reagisce sfruttando gli strumenti di coesione’.