
Ricevimento all’ambasciata russa a Parigi per dibattito sul volume storico che ricorda il cinquantenario della visita di de Gaulle a Mosca e la celebre frase “per un’Europa dall’Atlantico agli Urali”. Voleva dire, con una certa lungimiranza, una Europa che ha bisogno di una forte patnership con la Russia per equilibrare la potenza americana e la futura potenza di Cina e India “quando questi Paesi usciranno dalla povertà”.
De Gaulle non era certo comunista o filosovietico, era anzi ritenuto da molti autoritario e troppo di destra, ma aveva una certa idea delle relazioni internazionali, degli interessi degli europei e della Francia. Per questo uscí anche dalla Nato e fece della Francia una potenza militare (e nucleare) in attesa che l’Europa facesse altrettanto.
Purtroppo la Francia é oggi soltanto una media potenza in crisi che vive molto di nostalgie gaulliste e non ha piú i mezzi per coltivare la grandeur. Purtroppo l’Europa non ha nessuna predisposizione né per una politica militare né per una politica estera unitaria che difenda gli interessi comunitari nel mondo. L’Europa litiga, ognuno per conto suo, incapace persino di guardare ai propri interessi in modo egoista.
Siamo lieti che la Russia combatta l’Isis in prima linea ma manteniamo sanzioni che danneggiano le nostre esportazioni. Ci accodiamo alle politiche degli Stati Uniti in Medio Oriente, quelle che hanno provocato guerre, instabilitá, ondate di rifiugiati, crollo delle economie, disordine religioso e sociale. Pochi leader in Europa hanno seguito l’esempio di de Gaulle, adattandolo ovviamente ai tempi e alle mutate circostanze. Un certo Jacques Chirac disse no alla guerra in Irak : un altro comunista, filorusso e antiamericano.
Il dramma dell’Europa é che queste posizioni sono oggi sostenute da Marine Le Pen e Matteo Salvini, peraltro a quanto pare finanziati anche da Mosca. La cosa è deprimente, significa che nessuno ragiona. Comunque, se proprio devo scegliere, meglio un applauso a Salvini che una carezza a Bush.