Raid aerei sui bersagli
e Isis dimezza le paghe

Bayt al-Mal, in arabo la ‘casa del denaro. Un bel modo per chiamare il ministero del Tesoro di Isis a Raqqa. In un documento diffuso a dicembre, Bayt al-Mal rende noto ai militanti che lo Stato islamico è in crisi finanziaria e ha deciso di tagliare gli stipendi ai suoi miliziani. Crisi di soldi, ‘a causa delle circostanze eccezionali del momento’, denuncia senza spiegare.

 

 

Circostanze eccezionali che non vengono spiegate, ma il provvedimento testimonia la tutt’altro che florida situazione finanziaria dello Stato islamico, sebbene gli introiti -valutazione non verificabile- continuino a essere di circa 80 milioni di dollari al mese, ricavati prevalentemente da petrolio, tasse e confische.

 

 

Lo scrive il Jerusalem post, ipotizzando che i risparmi a cui è stata costretta Raqqa potrebbero essere gli effetti dei blitz aerei della coalizione internazionale e dalla Russia contro le postazioni Isis e contro le autocisterne dirette verso la Turchia e della campagna militare irachena per liberare la città di Ramadi.

 

islamic cop fb

 

 

Gli stipendi, assicurano i tesorieri dello Stato islamico, saranno distribuiti come sempre due volte al mese. Secondo ricercatori siriani in contatto con loro parenti e colleghi presenti nei territori dello Stato islamico, prima della riduzione degli stipendi un combattente locale di medio livello guadagnava 350 dollari al mese.

I mujahidin stranieri, per lo più provenienti da Europa e Nordamerica, occupano posizioni più alte e ricevono uno stipendio maggiore che può superare i mille dollari.

E’ inoltre previsto un “assegno familiare” per ogni combattente a seconda del numero di mogli (la poligamia e’ legittima) e di figli a carico. Nel documento, diffuso da attivisti siriani e pubblicato dal The Independent di Londra, non si danno ragioni della decisione presa.

 

 

Per La Stampa, la situazione finanziaria attuale di Isis è ancora peggiore di quanto non fosse a dicembre, quando è stato diffuso il documento. Lo scorso 13 gennaio la coalizione ha bombardato proprio la sede centrale del Bayt al-Mal a Mosul, infliggendo a Isis gravi perdite: in poche ore sono andati in fumo milioni di dollari. Per questo Isis ha previsto una fatwa che permette ai miliziani di raccogliere fondi attraverso tasse ai civili.

 

 

Il documento sottolinea che la distribuzione della ‘zakat’, la donazione obbligatoria per i musulmani poveri, non sarà invece interrotta, e per giustificare la decisione, Bayt al-Mal si basa sul Corano, sostenendo che nel Libro Sacro il concetto di jihad attraverso le ricchezze -spendere in carità e azioni benefiche- può essere più importante della jihad dell’anima.

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