Arabia Saudita-Iran segreti e storia, 1°puntata

I regnanti sauditi sapevano, quindi volevano

Arabia saudita-Iran segreti. Il 2016 si apre con un evento destinato a mutare la storia nel ‘Grande Medio Oriente’. Il 2 gennaio in Arabia Saudita il religioso sciita Nimr al-Nimr viene decapitato con altri 46 detenuti. Quattro giorni dopo, l’organizzazione per i diritti umani Reprieve e il quotidiano The Indipendent, britannici, pubblicano un documento preparato dai servizi segreti sauditi poche ore prima delle esecuzioni dal quale risulta che le autorità erano consapevoli delle ricadute destabilizzanti che l’esecuzione del religioso avrebbe comportato.

Quesiti

Perché l’esecuzione di al-Nimr avviene a ridosso dei negoziati sulla Siria che l’ONU ha programmato di iniziare a Ginevra il 25 gennaio? Perché USA, Consiglio di Sicurezza ONU ed EU si limitano a chiedere di evitare un’escalation che potrebbe aggravare il settarismo religioso in Iraq, Libano, Yemen e nei Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo? Perché la Lega Araba ospita in Egitto una riunione d’emergenza richiesta da Riyadh per condannare l’assalto all’Ambasciata saudita in Iran il giorno dopo l’uccisione di al-Nimr?

L'Ajattollah Kohmeini

L’Ajattollah Kohmeini

Un po’ di storia

In realtà la guerra all’Iran inizia nel 1979 quando a Teheran rientra dall’esilio in Francia l’Ayatollah Khomeyni e al regno dello scià Rheza Phalevi succede la Repubblica Islamica. USA, Israele e Arabia Saudita, privi del più importante alleato nella regione, scelgono l’iracheno Saddam Hussein, sunnita e nemico della neonata teocrazia iraniana, come il partner più affidabile.

Il conflitto per l’egemonia della regione viene trasformato in un conflitto per linee religiose. Baghdad, con il supporto politico-mediatico e l’armamento fornito da USA e Occidente attacca Teheran dando avvio alla 1° guerra del Golfo che si protrae sino al 1988 e provoca milioni di morti.

Premesse all’oggi

La fine della guerra all’Iran precede di un solo anno l’implosione dell’Unione sovietica che segna la fine del mondo bi-polare e consegna agli USA il ruolo di unica potenza mondiale. Gli USA, potenza unipolare, sono preoccupati per il tentativo iracheno di insidiare l’egemonia nucleare di Israele nella regione e cercano il ‘casus belli’.

Saddam stesso aiuta e, nell’agosto del 1990 invade il Kuwait col pretesto che avrebbe usato tecniche di perforazioni avanzate estraendo petrolio anche dalla parte irachena del sito di Rumaila. In realtà il vero motivo è che il Kuwait aveva supportato economicamente l’Iraq durante i primi 4 anni di guerra contro l’Iran e che Baghdad non era in grado di restituire i 60 miliardi di debito accumulato.

Seconda guerra del golfo

37 Stati sotto l’egida dell’ONU guidati dagli USA tra gennaio e febbraio 1991 annichiliscono l’esercito iracheno e ne devastano tutte le infrastrutture. Costretto alla tregua, Saddam Hussein subisce la “no fly zone” nel Nord, dove si sviluppa un’iniziale autonomia della popolazione curda mentre nel Sud prende campo l’autonomismo della componente sciita.

Dall’altra parte, la resistenza di Teheran all’attacco iracheno super-armato da USA e Occidente rinforza nel foro interno e all’estero il carisma di Khomeyni. All’estero, Khomeyni trova un alleato nell’Ayatollah Musa Sadr, di Qom, sciita duodecimano, che nel 1974 aveva riconosciuto gli alawiti siriani come parte della famiglia religiosa sciita.

Sciiti in Libano e Siria

Con l’aiuto di Khomeyni, nel 1982, Sadr dà vita in Libano al movimento armato sciita Hezb’Allah, di cui era responsabile militare Imad Mughniyeh, palestinese, già di ‘Forza 17’ per le operazione estere di Fatah, rimasto in Libano anche dopo l’invasione israeliana del 1982. Khomeyni mantiene buoni rapporti in Iraq con le scuole ‘quietiste’ di Karbala e Najaf, che sostengono la separazione fra potere religioso e politico e hanno anche oggi in Alì Sistani il referente.

Si concretizza in soli tre anni la ‘mezzaluna sciita’ -come fu definita nel 1994 dal re di Giordania- con epicentro a Teheran con ambizioni di egemonia regionale che, fino agli accordi sul nucleare del 14 luglio 2015, era emarginato da USA, Israele e Occidente.

Ma l’11 settembre

L’attacco all’America dell’11 settembre 2001 rivendicato da Al Qaeda, cambia tutte le priorità strategiche. Assieme alle rivolte arabe iniziate nell’ottobre 2010. In nome della “guerra al terrorismo”, gli USA iniziano due guerre per ridisegnare un Medio Oriente a tutela degli interessi americani e dei Paesi alleati, fra i quali spiccano Israele e Arabia Saudita.

La prima nell’ottobre 2001 contro l’Afghanistan che ospitava leader ed esponenti di Al Qaeda. Dopo 18 mesi, marzo 2003 gli USA danno avvio alla guerra contro l’Iraq col pretesto che Baghdad fosse in possesso di armi Nucleari, Biologiche e Chimiche.

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Ieri diventa oggi

Dalle due guerre, quella in Iraq porta al potere gli sciiti e, ufficialmente chiusa a dicembre 2011, si diluisce su tre fronti. Gli scontri nel nord fra curdi e potere centrale. Nel Sud fra le comunità sciite e sunnite. Ma soprattutto la guerra più devastante del Daesh che ora controlla 1/3 del Paese. Sulla genesi di Daesh basta ricordare che i militanti di matrice qaedista si insediano in Iraq nel 2003 e operano come AQI, ‘Al Qaeda in Iraq’ guidata da Abu Mussab Zarkawi sino alla sua uccisione a giugno 2006.

Di male in peggio, ottobre 2006 ecco ISIS, l’Islamic State in Iraq and Sham che indica la Siria -parte dello Sham- come prossimo obiettivo. ISIS aggrega varie formazioni jihadiste e dopo le rivolte in Siria vi si radica e trova il nuovo leader in Ibrahim Abu Bakr al-Baghdadi, ex Al Qaeda, che nel giugno 2014 si autoproclama Califfo del Califfato dell’Iraq e della regione dello Sham, Iraq, Siria, Libano.

 

Seguito la prossima puntata

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