Stato di diritto in Polonia
Tutti i dubbi di Bruxelles

La destra bigotta polacca sotto esame non gradito e fuori casa. Dubbi sullo stato di diritto in Polonia da parte della Commissione europea che ne parlerà mercoledì 13. Secondo le informazioni dal Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, il Presidente Juncker cerca di frenare assumendo su di se e sul suo vice Timmermans il mandato per condurre l’istruttoria. Sarà la prima volta che l’UE utilizza questo meccanismo, che è disponibile solo dal 2014. Obiettivo prioritario del test le interferenze sulla corte costituzionale.

 

Modifiche costituzionali a colpi di maggioranza e giudici che si accavallano. Ma bisogna fare in fretta perché la destra xenofoba ed antieuropeista di Jaroslaw Kaczynski si muove con prepotente velocità. Del problema se ne occupa anche la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa, fondata dopo la disintegrazione del blocco sovietico per assistere i paesi dell’Europa orientale a stabilire un ordine costituzionale sopratutto conforme a standard europei.

 

Poco dopo il suo insediamento, il nuovo governo polacco aveva approvato una nuova legge che gran parte della legge incostituzionale. Polemica col presidente della Polonia Andrzej Duda, uomo di Kaczynski. Il nuovo governo aveva nominato altri cinque giudici suoi. Il risultato è di otto giudici costituzionali per cinque posti. La situazione è ancora bloccata: il governo riconosce “i suoi” cinque giudici, che il Tribunale però non riconosce. Caricatura.

 

POLAND-POLITICS-DEMO

 

Il Financial Times racconta invece del ministro degli Esteri Witold Waszczykowski che ha chiesto un incontro con l’ambasciatore della Germania a Varsavia per dei presunti «commenti antipolacchi» fatti da alcuni politici tedeschi. Negli ultimi giorni sia il presidente tedesco del Parlamento europeo, Martin Schultz, che il commissario tedesco all’Unione Europea, Günther Oettinger, avevano criticato la recente legge sui mezzi d’informazione che consente al governo di nominare i dirigenti della tv e radio pubblica, quattro canali televisivi e duecento stazioni radio. Informazione di regime.

 

Altri provvedimenti contestati che raccontano le nuove linee di governo polacche. Prima delle elezioni il presidente Duda aveva concesso la grazia a tre funzionari dell’ufficio per la lotta alla era stato poi nominato, nonostante il procedimento giudiziario in corso, coordinatore delle attività dei servizi segreti nel nuovo governo di Beata Szydlo.

 

Diverse associazioni polacche di femministe avevano accusato il nuovo governo, con il supporto dei vescovi conservatori, di voler gradualmente vietare l’aborto.Prima mossa l’abolizione dei sussidi che permettevano alle donne di ottenere la fecondazione in vitro negli ospedali pubblici. Poi una campagna contro la cosiddetta ‘ideologia gender’, pronti a ritirare l’adesione alla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

 

Fin dalla sua elezione nel mese di ottobre -osserva il quotidiano economico britannico- il gruppo dirigente della destra polacca ha sorpreso autorità europee con le sue mosse aggressive per prendere il controllo di mezzi di comunicazione pubblici, di tutte le agenzie governative del paese e della corte costituzionale, approfondendo le divisioni tra Varsavia e Bruxelles.

 

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