
Sul Golfo soffiano venti di guerra. Prologo classico: richiami gli ambasciatori e poi muovi i generali. La Guida suprema iraniana Ali Khameni invoca una ‘vendetta divina’ contro l’Arabia Saudita per aver giustiziato l’oppositore religioso sciita Nimr al Nimr. Riad replica denunciando la ‘clamorosa interferenza’ e accusa a sua volta Teheran di essere ‘sponsor del terrore’. Poi rompe le relazioni diplomatiche e ritira il personale diplomatico dall’Iran. Lo scontro dialettico è ormai al culmine. Oltre è guerra.
L’intera regione è in subbuglio, spaccata nelle sue divisioni politiche e religiose. La situazione più delicata per l’Iraq. Paese diviso a metà fra sciiti e sunniti e confinante con ambedue le potenze rivali che -sottolinea Giordano Stabile su La Stampa– ‘rischia di esplodere e destabilizzare ancora di più la regione’. Rischio sottolineato anche dagli Usa. Ben Rhodes, vice per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha chiesto ‘moderazione’ sul fronte del rispetto dei diritti umani, e chiede all’Arabia Saudita di darsi una calmata.
Accade il contrario. Qualche ora dopo Riad alza il tiro: prima annuncia il ritiro del suo personale diplomatico prima di dichiarare rotte le relazioni con il Paese rivale. Nodo centrale dello scontro politico, l’accusa di terrorismo e di deviazione va al cuore della disputa fra sunniti e sciiti. Politica e Corano. L’Iran ha paragonato Riad all’Isis mostrando due mezze figure di boia affiancate, uno vestito di bianco come i sauditi, l’altro di nero come i miliziani dell’Isis. Il tutto attraversato da una domanda: ‘Quale differenza?’.
L’anatema degli studiosi di Qom è assoluto, e annuncia ‘il crollo delle fondamenta illegittime della casa dei Saud’. Mai così vicine allo scontro diretto le due potenze del golfo, dopo la strage di pellegrini iraniani nella ressa alla Mecca. Competizione armata già in corso fra sciiti e sunniti in Siria, Iraq, Yemen. Riad e Teheran si accusano a vicenda di essere terroristi. Per il ministro degli Esteri saudita ‘L’Iran è l’ultimo Paese al mondo che può accusare altri. Uno Stato che sponsorizza il terrore’, riferendosi ad Hezbollah.