
Inizio d’anno emblematico. Arroganza o semplice follia di un mondo che non ha più regione d’essere. Eseguite 47 condanne a morte. Ucciso anche un religioso sciita. I condannati a morte erano accusati di terrorismo, per essere stati coinvolti in una serie di attentati attribuiti ad Al Qaeda tra il 2003 e il 2006. Tra i condannati anche l’imam sciita Nimr al Nimr, accusato di sedizione. Nimr al Nimr, è stato uno dei leader delle proteste antigovernative nella parte orientale del paese abitata da popolazione sciita scoppiate nel 2011.
Le proteste erano scoppiate all’inizio del 2011 nella provincia orientale ricca di petrolio sulla scia della primavera araba. I sostenitori dello sceicco Nimr sostengono che l’imam supportava solo manifestazioni pacifiche e che rifuggiva da ogni opposizione violenta al governo. Nimr al Nimr era comunque un critico noto e mal sopportato della famiglia reale sunnita dell’Arabia Saudita. Per un deputato nel governo di coalizione sciita iracheno, la morte di al Nimr avbrebbe lo scopo di provocare reazioni popolari da poter reprimere con violenza
Secondo una interessante analisi del giornalista libanese Rami Khouri, su Internazionale, quest’anno dovremo tenere d’occhio gli stati petroliferi che appartengono al Consiglio per la cooperazione del Golfo alle prese con una sfida totalmente nuova -esistenziale, viene definita- che metterà alla prova Stati e integrità nazionale. E non per una sfida dall’Iran sciita o dallo Stato Islamico. Il problema saranno una serie di dure misure d’aggiustamento fiscale che buona parte degli stati del Gcc hanno annunciato nelle ultime tre settimane.
Il deciso e continuo calo del prezzo del petrolio favorito in chiave anti russa, ora presenta il conto in casa. Salta lo Stato che rendeva accettato forme di potere semplicemente folli. In una battuta, ‘se mi fai pagare le tasse allora devi darmi garanzie e diritti’. Pericolosissimo per gli stati del Gcc. Deficit di bilancio di quasi i cento miliardi di dollari in Arabia Saudita e i venti miliardi in Kuwait. Lo coch delle imposte sul reddito. Alla prova la natura e la profondità del rapporto tra governi e cittadini messe alla prova come mai prima d’ora.
Due questioni centrali: come i cittadini del golfo si adatteranno alle imposizioni fiscali e se l’aumento di tasse e tariffe spingerà o meno alcuni di loro a chiedere maggiori partecipazione nel processo decisionale, sia nella sfera economica sia in quella politica. Il collega libanese Rami Khouri ricorda le precedenti rivolte arabe e prevede che un’ampia maggioranza di cittadini chiederanno di partecipare allo processo di costruzione statuale. «Niente del genere era mai accaduto nei paesi del Gcc né, ad essere onesti, in alcuno stato arabo».