
Chi ha detto o pensato che al Cremlino non si scherza e non si ride?
Sentite le battute di Capodanno:
‘Babbo Natale non può essere sottoposto a sanzioni’;
‘l’anno nuovo non ha bisogno di visti’,
‘per la festa sotto l’albero la coalizione si forma da sola’;
‘per fortuna lo spumante non perde valore come invece accade al petrolio’.
“Facciamo durare queste cose fantastiche tutti i 365 giorni dell’anno”
Ecco come Peskov, il severo portavoce di Putin, nel presentare i tradizionali auguri di fine anno, ha voluto sdrammatizzare un anno senz’altro complicato per la Russia, anche se non privo di soddisfazioni, ‘con un biglietto che sa di calembour’, rileva nella sua brillante nota all’Ansa, Mattia Bernardo Bagnoli.
Ma il tema è un altro discusso dono di Capodanno del Cremlino: un libro con le ‘profezie’ di Putin
Putin come Nostradamus, con le sue valutazioni politiche rese pubbliche in oltre 15 anni di carriera, raccolte in un libro di 400 pagine e inviate a tutti i politici e alti funzionari della Russia.
Putin non Nostradamus, non mago, ma politico di acute previsioni è il messaggio politico. Lui e il suo Kgb dell’eccellenza spionistica planetaria, anche se dalla parte dei ‘cattivi’, almeno nel cinema di Hollywood.
Titolo, ‘Parole che cambiano il mondo’
Il fior fiore dei principali discorsi e interventi pronunciati dal presidente russo negli anni a partire dal 2003 visto che -nota con qualche piaggeria l’ideatore ed editore del libro, Anton Volodin- “le dichiarazioni di Putin tendono a divenire realtà”.
Un altro Volodin, di cognome Vyacheslav, uno dei capi dell’ufficio del Presidente per la politica interna. ha ben pensato di inviarlo come ‘regalo di fine anno’ a politici e funzionari sparsi in tutta la Russia.
Anche qui ‘lieve’ sospetto di piaggeria interessata
“Volodin ci ha parlato del libro: ha detto che dovrebbe stare sulla scrivania di ogni politico”, racconta al quotidiano economico Rbk una fonte presente a un incontro con oltre 50 membri delle alte istituzioni russe.
Cosa molto probabile visto che il libro è stato spedito a deputati, governatori regionali, alti funzionari e rappresentanti della società civile.
Il biglietto che lo accompagna -ad evitare fraintendimenti- precisa che quanto scritto va inteso come una guida ‘ai valori e ai principi’ che ispirano il Cremlino.
Chiaro?
La ruffianeria straripa
Anton Volodin – che è anche presidente del movimento giovanile pro-Putin ‘Rete’- non riesce a moderare la ruffianeria e straripa: “Le parole di Putin possono essere descritte come profezie”, dice a Rbk.
Il guaio è che a rileggere gli ultimi 10 anni di storia planetaria, ne ha azzeccate più Putin -o l’ex KGB se preferite- che tanti nostri think thank occidentali.
Il libro si apre con il discorso di Putin all’Onu nel 2003
La ‘profezia’ – evidenziata in grassetto – in questo caso è contenuta nella frase “la distruzione delle istituzioni-chiave per la sicurezza internazionale sono una garanzia per gettare il mondo nel caos”.
Si parla di Onu e il commento che accompagna il passaggio è chiaro: “Se chi sedeva all’Assemblea Generale avesse ascoltato queste parole il mondo oggi sarebbe un luogo diverso”.
‘Rete’, va detto, riceve regolarmente fondi dal Cremlino e secondo il blogger e dissidente Alexei Navalni lo scorso giugno ha beneficiato di altri 70 milioni di rubli in donazioni attraverso varie Ong.
Secondo ‘Rete’, ad ogni modo, i fondi statali non sono stati usati per pubblicare il libro. Che, paradossalmente, si è rivelato una specie di boomerang per il Cremlino.
Accade anche in Russia che il troppo stroppia
Sul web si è scatenata la classica contro-informazione a colpi di battute ed è nato un hashtag su Twitter – #zitatiPutina – per raccogliere le ‘profezie’ che non hanno trovato spazio nella raccolta. Come quella secondo cui l’economia mondiale “sarebbe crollata” se il prezzo del petrolio fosse sceso “sotto gli 80 dollari al barile”.
Seguono poi frasi famose di Putin che, sebbene non possano essere catalogate come ‘profezie’, certamente restano nelle mente dei russi: da “noi abbiamo le leggi, ma la vita è più complicata” a “Nemtsov ha scelto la via della lotta politica ma questo non significa che una persona debba essere necessariamente uccisa”.
Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che abbiamo visto molto spiritoso quando vuole, ha comunque bloccato sul nascere ogni possibile ‘speculazione’ dichiarando di non “sapere nulla” del libro e di non poter dunque rispondere alle domande dei giornalisti.