Gli uomini sfruttati
e i caporali bestie

Siamo uomini o caporali? Umanità divisa in due categorie, definizione del grande Totò che tristemente resiste. Allora come oggi poco è cambiato nei campi di raccolta dei pomodori italiani. Attenti a quelle aziende che sfruttano manodopera straniera – ma ormai anche molta locale -, uomini e donne sotto pagati e ridotti in schiavitù da un manipolo di satrapi potenti e feroci. La denuncia arriva dalla Ethical Trading Initiative (Eti), un’associazione britannica di imprese, sindacati e Ong impegnata nella difesa dei diritti dei lavoratori nel mondo.

 

pomodori caporali 2

 

La raccomandazione è per i rivenditori inglesi a tenere gli occhi aperti sulla filiera produttiva della trasformazione dei pomodori italiani. Il report mette in guardia sul selvaggio sfruttamento dei migranti nell’industria del pomodoro e le infiltrazioni criminali delle agro-mafie.

 

Storia vecchia e piaga sociale lontana dal rimarginarsi. Il caporalato in Italia miete morti, sempre di più, soprattutto tra gli extracomunitari. Lavoro nero di nome e di fatto. Uomini e donne fantasma, sconosciuti anche all’anagrafe dei comuni, che stagionalmente vengono piegati dalla fatica ed esposti alle violenze di spietati capi bastone dell’agricoltura illegale. La cronaca giornalistica – per lo più locale: sono storie che vendono poco – parla di almeno dieci morti in diverse regioni solo la scorsa estate.

 

Ma quanti sono quelli costretti a lavorare come schiavi, con una paga da fame e spezzati dal caldo e dalla stanchezza?

 

Secondo il recente rapporto di Ethical Trading Initiative la forza lavoro irregolare è cresciuta negli ultimi anni. Ufficialmente i lavoratori agricoli stranieri in Italia sono 116.000. Numeri che non fotografano la realtà, secondo l’Associazione italiana per gli studi giuridici sull’immigrazione, che suggerisce la cifra di 500.000 tra regolari e irregolari.

 

Mentre l’Osservatorio Placido Rizzotto parla di 400.000 lavoratori della terra, di cui l’80 per cento immigrati a rischio sfruttamento da parte dei signori della terra. Oltre 100.000 di loro vivono in condizioni di vita spaventose.

 

“I pomodori sono i “gioielli della corona” dell’agricoltura italiana e sono importanti per le esportazioni agricole dell’Italia, che è il terzo più grande produttore mondiale di pomodori trasformati”, ha dichiarato il portavoce dell’associazione britannica Nick Kightley.

 

I pomodori italiani, infatti, rappresentano il 60 per cento del prodotto venduto in Inghilterra: circa il 16 per cento delle nostre esportazioni. Un giro d’affari su cui scende l’ombra anche degli osservatori stranieri.

 

Anche se l’Eti non lo dice apertamente, il messaggio è chiaro: boicottare le aziende che si servono di lavoratori sfruttati. I rivenditori inglesi, insistono, possono fare molto per combattere abusi e infiltrazioni criminali, facendo attenzione ad esempio alla provenzienza del prodotto.

 

pomodori caporali 1

 

“La manodopera straniera è considerata cruciale per la capacità dell’agricoltura italiana a competere sui mercati globali. Nella corsa al raggiungimento del più alto profitto possibile le leggi sul lavoro vengono regolarmente ignorate”, dice ancora Nick Kightley, invitando anche le aziende italiane trasformatrici di pomodori a controllare meglio la filiera di approvvigionamento.

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