VI@GGI
Madagascar
l’Arca galleggia ancora

Foto e testi di Vittorio Giannella tratte dal web magazine www.travelglobe.it a cura di Federico Klausner.
Potete proseguire la lettura sul magazine su TravelGlobe Magazine

 

Foto 1. Un viaggio nell’estremo nord di quest’isola che conserva tutto il fascino dell’Africa con la sua ammaliante bellezza. Un concentrato di natura tra le più ricche al mondo dove i protagonisti sono i camaleonti, i lemuri, gli uccelli e le miglia di specie botaniche, che non hanno parenti in nessun’altra parte del pianeta. Un patrimonio unico da difendere e far conoscere.

 

Foto 2. L’isola di Nosy Saba dista 10 chilometri dalla costa. Piroghe di pescatori ci incrociano con le vele spiegate, cariche di mercanzie destinate ai villaggi costieri. Stupisce il colore del mare e la striscia di sabbia abbagliante.

 

Foto 3. Un’isola dove il “naufragar m’è dolce” di memoria leopardiana si avvera a tutti gli effetti, e fare snorkeling tra i fondali corallini ripaga con meravigliosi avvistamenti di multicolori nudibranchi e pesci di tutte le forme.

 

Foto 4. Il Madagascar è un paese antico 165 milioni di anni. Negli ultimi 1500 anni ha visto distrutta più della metà delle foreste, col metodo “taglia e brucia” e la trasformazione di grandi aree in enormi campi di riso e cotone. Questo disboscamento ha accelerato anche la formazione dei Tsingy rouge. A una curva un cartello ci indica la pista per raggiungerli: un luogo incredibile, una briciola di Marte sulla terra. Il rosso domina su tutto fin dove arriva lo sguardo. Da secoli la pioggia, il vento, modellano e fanno scivolare queste rocce sedimentarie che colorano i ruscelli fino a farli sembrare grossi vasi sanguigni. Le rocce più dure formano pinnacoli che s’innalzano per parecchi metri. “Uno spettacolo unico ma non ancora parco nazionale che ne tuteli la delicata conformazione rara e fragile” ci dice Nika, la nostra guida.

 

Foto 5. Queste rocce, da sempre, vengono utilizzate per colorare il viso a scopo estetico dalle ragazze dei villaggi vicini, ma anche per difenderlo dai violenti raggi solari, che a queste quote risultano molto dannosi.

 

Foto 6. Laghetto sacrè. Nosy Be (nosy in malgascio significa “isola”) si raggiunge con un breve volo dalla capitale Tanà, e dall’alto del monte Passot, poco più di una collina, si dominano i laghetti vulcanici, assediati dalla vegetazione tropicale, che “bucano” l’isola di Nosy Be.

 

Foto 7. Qui le donne dei piccoli villaggi, che vivono coltivando gli alberi dell’ylang-ylang da cui si ricava la base per molti profumi, vengono a lavare i panni.

 

Foto 8. Saba Island Resort. “Qui su questo piccolo scoglio, Nosy Saba Island, è la natura che detta il programma”ci dice Ranja, direttrice dell’unico resort – una trentina di lodge ben mimetizzati tra alti alberi di casuarina, che sfiorano il mare. Una lunga spiaggia candida, che diventa enorme con la bassa marea, consente, di buon’ora, lunghe passeggiate. Ma a metà mattina il sole è già cocente e il luccichio del mare fa male agli occhi. Un luogo affascinante.

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