
Al Parlamento di Londra le parole pesano. Il premier David Cameron spara che ci sono 70mila combattenti moderati in Siria. Louise Haigh, ‘frontbencher‘ del Labour, ‘ministro’ dell’opposizione, ribatte che Mark Lyall Grant, il consigliere per la sicurezza nazionale, ha dichiarato, durante un briefing riservato ai parlamentari, che il il 40 per cento di quegli oppositori sarebbero fondamentalisti islamici.
Moderati o islamisti, e in che proporzione? Downing Street sostiene si sia trattato di un equivoco, qualcosa di male interpretato -mischaracterisation- e che nessuno aveva mai negato che tra i combattenti inclusi nel totale di 70 mila c’era un’ampia gamma ‘di punti di vista’.
Il dottor Julian Lewis, presidente del comitato ristretto difesa della Camera dei Comuni è lapidario: quelle forze sono poco più di un ‘rag-tag‘, un ammasso eterogeneo di gruppi disparati.
La cifra di 70.000 sembra essere basato sulla ricerca di Charles Lister alla Brookings Institution, autore de ‘Il jihad siriano: Al-Qaeda, lo Stato islamico e l’evoluzione di una rivolta’. Lister sostiene che 70.000 rappresenta il ‘mainstream’, la tradizione dell’insieme dei ribelli, piuttosto che i gruppi moderati per posizione politica o religiosa.
L’accusa di Lister a Cameron è precisa: immagine è fuorviante delle cose. “The reality is they are made up of a broad range of independent rebel factions”. La realtà è quella di una vasta gamma di fazioni ribelli indipendenti. Ed ecco altre valutazioni considerate più attendibili.
Circa 45.000 ribelli fanno parte di gruppi che sono controllati dalla CIA, ritenuti politicamente moderati e impegnati per favorire la democrazia e il pluralismo. Ma sono sparsi geograficamente, con 25.000 di loro sul fronte meridionale, ai confini con la Giordania, molto lontani dal fronte dove si combatte Isis.
Lister sostiene che i gruppi ‘mainstream’, tra cui alcuni gruppi islamici sostenuti da Qatar e Arabia Saudita, possono mettere da parte le loro differenze di agire con decisione, se vogliono. Nel gennaio dello scorso anno, la maggior parte dei gruppi ribelli siriani ha espulso Isis da quattro province in sei settimane in una offensiva concertata.
Il portavoce di David Cameron prova a giustificare. Valutazione di 70.000 fatta su un quadro complesso della Siria. Un’analisi frutto della discussione con altri paesi ed esperti esterni. Gli Stati Uniti condividono. Le valutazioni Usa rendono più credibile il tutto?
«The point we are making is that there are a range of views within the 70,000». La conclusione è che -ripetono da Downing Street- ci sono ‘una serie di punti di vista all’interno del 70.000’. Quesito RemoContro: al Nusra, filiazione di al-Qaeda, è da considerare anch’essa un ‘punto di vista’?