Se a Parigi è stata guerra
noi Nato siamo in guerra?

Una Francia turbata che esibisce la sua rabbia militare per dare segnali anche a se stessa. E i Paesi alleati che assieme a lei si interrogano se a Parigi è stato ‘solo’ terrorismo o se è la guerra portata in Europa. Intanto la portaerei francese Charles de Gaulle lascia il porto di Tolone, rotta per il Golfo Persico. Da lì, più aerei da guerra francesi potranno bombardare le posizioni della IS in Siria e in Iraq.

 

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Per il presidente francese il dubbio tra terrorismo ed atto di guerra non esiste: è stato ‘atto di guerra’ e risposta francese sarà quella prevista dai codici di guerra. Ciò solleva la questione se la Francia può chiedere agli alleati Nato il loro sostegno militare. La risposta -sempre il ‘FAZ’ tedesco- ‘in linea di principio è sì’. Ma valgono valutazioni e circostanze politiche da parte francese. Di fatto non ci sarebbe alcun automatismo, dice il quotidiano di Francoforte.

 

E si passa al Trattato del Nord Atlantico del 1949, il documento fondatore della NATO. Dove, all’articolo 5 si legge: «Le Parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o nell’America settentrionale, costituirà un attacco verso tutte, e di conseguenza convengono che se tale attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dall’art.51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate […]».

 

Lo scenario di un tempo era quello di un attacco da parte dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati, mai avvenuto. E fino alla caduta del muro di Berlino, la NATO non aveva fatto nessuna guerra. Le guerre ‘Umanitarie’ vengono dopo. Tuttavia, vi è un precedente. Dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 contro New York e Washington, la NATO ha richiamato la clausola di difesa reciproca dell’articolo 5 per la prima volta nella sua storia. Perché anche allora il terrorismo era stato indicato come un possibile pericolo per la sicurezza complessiva del Paese colpito. Atto di guerra.

 

Gli attentati di New York diventano così il precedente che fotografa il mutato contesto di sicurezza dopo la fine del conflitto Est-Ovest. Le operazioni Nato emerse allora sono state, tuttavia, di scarsa importanza militare. Per un anno e mezzo AWACS da ricognizione Nato hanno vigilato sullo spazio aereo negli Stati Uniti. E una forza navale nel Mediterraneo per contro attività terroristiche. Simboli di solidarietà. Nella guerra in Afghanistan, la risposta militare dagli americani agli attacchi dell’11 settembre, la Nato inizialmente non è stata coinvolta. E quando è stata ISAF-Nato, niente articolo 5, ma operazione sotto mandato Onu .

 

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La Francia potrebbe dunque chiedere l’intervento da parte della Nato come fatto dagli Stati Uniti per l’11 settembre 2001. Ma le valutazioni che dovrà fare Parigi sono molte. 1) La risposta agli attacchi di Parigi è legata alla pura potenza militare? 2) La Nato potrebbe schierare sue truppe di terra contro l’Islamic State in Siria e in Iraq? 3) La NATO dipende da attrezzature e personale americano. 4) La Francia, alleata Nato con diffidenza, accetterebbe questi interventi terzi? 5) E il coinvolgimento della NATO sarebbe politicamente auspicabile, utile? Sarà solo solidarietà.

 

Tags: Nato
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