
Foto e testi di Giuliana e Antonio Corradetti, tratte dal web magazine www.travelglobe.it a cura di Federico Klausner.
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Foto 1. 76 metri sembrano poca cosa, ma sono abbastanza. Sufficienti per scoprire un paradiso. Basta salire in cima al Vetteberget, lo sperone roccioso che domina Fjällbacka, Lassù ogni magia è possibile. Ci si può ubriacare come un’ape nella fioritura dell’erica, rustica e folle, spazzolata da ogni vento, accarezzata da ogni nuvola. Ci si può sentire gabbiano e, su un posatoio di roccia, starsene appollaiati a guardare il paese, il piccolo porto, le barche, e un arcipelago incantato di isole e isolotti persi nel luccichio del mare.
Foto 2. Lo scoprimmo per caso. Eravamo in viaggio verso Capo Nord, tempi stretti e tanti chilometri da percorrere, nessuna visita e divagazione intermedia prevista. Arrivammo a notte inoltrata a Fjällbacka, giusto il tempo di un buon sonno, col programma di una sveglia antelucana e poi subito via verso nord. Quel posto doveva rimanere niente più che uno di quei nomi più o meno impronunciabili e anonimi di fine e inizio tappa che scrivevamo sul diario. E invece ci rubò il cuore. Bastò una piccola passeggiata mattutina per sgranchirci le gambe prima di ripartire, per rimanere irrimediabilmente stregati dalla sua bellezza. Contro ogni previsione, restammo intrappolati un intero giorno e da allora quel nome venne incluso come sosta obbligata in ogni nostro successivo viaggio scandinavo.
Foto 3. Dovendo scegliere un libro da mettere in valigia al momento di partire per Fjällbacka, la scelta sarebbe ovvia. Uno qualsiasi dei romanzi di Camilla Läckberg sarà in grado di fornire chiavi segrete per entrare nel cuore del suo amato paese natale e ancore per restarvi attraccati per sempre. Quasi un ossimoro, l’idilliaca quiete del posto e il misterioso, oscuro arazzo di trame noir che la scrittrice vi ha intessuto sopra. E’ chiaro, però, che proprio il fascino del silenzio, la pace perfetta dell’isolamento, e quell’atmosfera incantata da fiaba nordica, costituiscono lo scrigno ideale di segreti e di drammi psicologici che spesso affondano le radici nel passato. Fjällbacka non è uno sfondo, ma il protagonista assoluto di ognuna di queste storie.
Foto 4. Camminando per le vie del paese, l’impressione di essere dentro una fiaba accompagna ogni passo. Salendo in cima al Vetteberget, la sensazione diventa ancora più forte. Dall’alto il villaggio sembra costruito provvisoriamente, appoggiato sul bordo del mare come un gioco di costruzioni per bambini, pronto ad essere smontato e portato via per lasciare solo una solitaria distesa di rocce levigate, prati vellutati ed erica.
Foto 5. Le case si addensano e si serrano verso il porto. Dal suo piccolo nido di roccia, tutta Fjällbacka si raccoglie e si protende verso il mare, come se in esso fosse ogni pericolo da avvistare e ogni salvezza da attendere. Fjällbacka è un idillio naif. Piccole case di legno dipinte a tinte gentili, staccionate, stradine acciottolate, tetti spioventi che dall’alto sembrano uno sciame di farfalle rosse. La chiesa di granito scuro, è un guardiano severo e appartato, in contrasto con l’animazione del molo, il Bryggan, coi suoi tavolini all’aperto e le barche ormeggiate davanti.
Foto 6. Sulla riva, i casotti dei pescatori, color rosso cupo, sembrano cresciuti direttamente su rocce lisce come ossi di seppia. Scogli e massi dai colori rosati e dalle forme morbide, scolpiti e levigati dalle glaciazioni e dai secoli, affiorano ovunque dalla terra e dal mare come una strana transumanza di animali preistorici.