
Un lampo di calore al momento dell’incidente dell’aereo russo nel Sinai rilevato da un satellite Usa.
Secondo gli esperti, il lampo di calore potrebbe essere legato a una serie di possibilità: 1) il lancio di un missile, 2) l’esplosione di un ordigno o di un motore difettoso, 3) un problema strutturale che ha causato un incendio sull’aereo, 4) i rottami che hanno colpito il suolo.
Tutto e il contrario di tutto. Ma contano i dettagli.
Un solo ‘lampo di calore’ potrebbe fare escludere il lancio di un missile e portare all’idea di un’esplosione a bordo dell’aereo’, aggiungono i tecnici Usa da casa loro, decisamente distanti dal Sinai egiziano dell’impatto.
La parola terrorismo non viene pronunciata, ma sulla sciagura dell’aereo precipitato nel Sinai il Cremlino stesso non esclude alcuna ipotesi. Dal Cairo, il gruppo che sta analizzando la scatola nera del velivolo, spiega che l’aereo non è stato colpito dall’esterno ed il pilota non ha lanciato nessuna richiesta di soccorso. Non sono state trovate tracce di esplosivo sui frammenti finora studiati dell’aereo.
Lo fa sapere una fonte al Cairo citata dall’agenzia russa Ria Novosti precisando che comunque gli accertamenti continuano. Le squadre di ricerca lavorano su un’area estesa a 30 kmq dove si sarebbero sparsi i frammenti dell’aereo e i resti delle vittime.
A insistere sulla possibile ipotesi terrorismo, sono soprattutto gli Stati Uniti. Il direttore della National Intelligence Usa, James Clapper, non lo esclude: ‘Non abbiamo prove dirette di un coinvolgimento di terroristi ma non lo escludo’, dichiara da Washington. La rivendicazione dell’Isis e la sua capacità di abbattere l’aereo? ‘Improbabile, ma anche questa possibilità non è da escludere’, dice il National Intelligence Usa.
Al momento, se di terrorismo si è trattato, una bomba sarebbe la più probabile causa del disastro. ‘Salvo una bomba a bordo, non ci sono altre cause note per cui un aereo possa spaccarsi in due in volo’, ha detto un esperto di sicurezza del volo.
A suscitare perplessità di altra natura sono ora le insistite attenzioni Usa sulla vicenda, dopo il massiccio intervento di Mosca in Siria, e riprendere le minacce di vendetta da parte dell’Isis.
Strano, a forse no.