Foto e testi di Vittorio Giannella, tratte dal web magazine www.travelglobe.it a cura di Federico Klausner.
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Foto 1. Un guizzo striato nella savana del Masai Mara National Reserve. Tra le specie di zebre che popolano le vaste praterie erbose africane la più diffusa è la zebra di Burchell, nella foto. La vita media di questi equidi è di 28 anni e la loro esistenza è scandita dalle grandi migrazioni per trovare acqua ed erba, che dissetino e sfamino milioni di esemplari. Molti zoologi sostengono che le striature del loro mantello, fungano da meccanismo di mimetizzazione tra le erbe alte della savana, altra teoria è che potrebbero servire, grazie alla loro unicità, per riconoscersi.
Foto 2. Ci si rende conto di trovarsi in Africa quando, nella vastità della savana secca per la perdurante siccità, col cielo dove corrono innocue nubi destinate a dissolversi, si vedono volteggiare gli avvoltoi e i marabù, gli unici a godere di queste condizioni ambientali durissime, che falcidiano prede e predatori. Nella foto un bufalo che in poche ore verrà “consumato”a turno dagli avvoltoi.
Foto 3. Il Masai Mara National Reserve regala un’altra emozione a chi decide di vistarla: l’atterraggio sulla pista di terra battuta del minuscolo Keekorok airport, in piena savana, dove gli orici pascolano nell’erba alta dorata dalla luce del tramonto.
Foto 4. Nel cuore del Masai Mara, dove i confini si mescolano con quelli del Serengeti National Park (Tanzania), nel momento più duro della stagione secca le mandrie di gnu si avviano verso le poche pozze d’acqua non inaridite, nelle anse del fiume Mara, che permettono a ogni sorta di animale di sopravvivere. Anche gli gnu, a maggio, compiono l’annuale migrazione alla ricerca di pascoli verdi. Le nascite avvengono nel periodo estivo e i piccoli, a pochi minuti dalla nascita, sono già in grado di camminare e seguire la mandria. Nell’ecosistema delle vaste savane africane gli gnu hanno un importante ruolo, in quanto il loro letame fertilizza la terra e, inoltre, sono la più importante fonte di cibo dei predatori, dai piccoli licaoni, alle iene, ai leoni e ghepardi.
Foto 5. Il Kenya è ricco di santuari naturali primordiali; si contano ben 56 aree protette tra parchi e riserve. Spazi immensi che ospitano alcune delle specie animali più antiche e per questo più vulnerabili del pianeta. Un ambiente unico per quantità e varietà di paesaggi e animali, che si possono osservare solo qui. Tra questi, il più visibile per la sua altezza è senza dubbio la giraffa, sempre intenta a mangiare le piccole foglie di acacia spinosissime. E’ l’essere vivente più alto sulla Terra: può raggiungere 5,50 metri d’altezza e pesare più di una tonnellata. Dorme in piedi perché sdraiata sarebbe impacciata e facile preda di leoni e leopardi. Nella foto un gruppo di giraffe del Masai.
Foto 6. Bambini di un villaggio Masai davanti alle loro caratteristiche capanne in fango, impastate con la paglia. In Kenya sono oltre quaranta i gruppi culturali e nomadi, ciascuno con la propria storia, la propria lingua e le proprie antiche tradizioni, come quella dei Masa, i leggendari uomini delle pianure dai mantelli rossi, noti anche per la loro caratteristica danza rituale saltante, che mette in rilievo la prestanza fisica dei guerrieri.
Foto 7. “Vuoi vederli facile?” Il Kenya è il posto giusto per gli appassionati di birdwatching e lungo è l’elenco delle specie multicolori che si possono osservare nei vari ecosistemi e parchi del Paese. Ghiandaie marine, che sembrano uscite da un quadro di Mirò, marabù, cicogne di varie specie e fogge, anatre dei luoghi umidi difficili da vedere altrove, piccoli passeriformi endemici. Insomma in Kenya si contano l’11% delle specie di uccelli che svolazzano sulla terra, con 1.089 varietà attualmente conosciute, ma sempre in aumento per la scoperta di nuove specie.
Foto 8. Un leone di pochi anni si ripara dai cocenti raggi solari all’ombra di alberi di acacia. Quando il sole è alto tutti i felini, ansimando per il caldo soffocante, si riposano e accumulano le energie da scatenare in lunghe corse di caccia al tramonto, quando il silenzio torna a regnare nella savana, l’aria si fa fresca e le prede si avvicinano alle pozze d’acqua per abbeverarsi. Questione di poche ore e l’aurora riporterà i barriti degli elefanti, i canti degli uccelli e l’odore della terra bagnata dalla rugiada ; il quotidiano equilibrio che tiene in vita “il più grande spettacolo naturale del mondo”.