BASTIAN CONTRARIO
La Rete che ‘sa tutto’
uccide la virtù del dubbio

Giovanni Puglisi, professore di filosofia del linguaggio nonché magnifico rettore dell’università Iulm di Milano e dell’ateneo Kore di Enna ha fatto una affermazione impegnativa su cui diventa facile discutere: “C’è troppa fiducia nella Rete, così perdiamo la nostra coscienza critica”. E aggiunge: “Attenzione a credere troppo alle risposte che troviamo in Internet, e attenzione a pensare che esistano lauree che conducano a un posto di lavoro sicuro. Meglio avere una mente aperta”.

 

Com’è la comunicazione dell’era dei social? “Totalmente aperta e affidata ai computer o agli smartphone. Tutti sono in grado di comunicare, esistono migliaia di canali tv, ma nessuno schermo selettivo. Anche l’accesso è incontrollato. Il risultato è che abbiamo l’impressione di trovare risposta a ogni domanda”.

“E non è così, perché in Internet o sui social troviamo ciò che ci interessa, che ci serve o ci appaga. Una volta avuta la risposta, smettiamo di cercare. Proprio qui manca l’Altro, colui che ci insinua il dubbio. Su Wikipedia c’è tutto e il suo contrario…Chi sa che esiste un’altra banca dati, per esempio la Treccani certificata?”.

 

social-media schiacciato fb

 

Puglisi inoltre dice che continua il calo complessivo delle iscrizioni all’università, ma a macchia di leopardo: soffrono di più il Sud e le sedi periferiche. La strada per il lavoro non passa dal Sud ma solo in parte da Roma e soprattutto da Milano e Torino, insomma passa dal Nord. Niente di nuovo ma la crisi ha acuito questa storica situazione.

 

Poi c’è c’è Bruno Vespa che dice che la facoltà di scienza della comunicazione non serve a nulla: forse teme che il Vespa 2.0 gli creerebbe qualche problema, visto che -dico io- lui è Vespa 0.0”. Puglisi però annota che il risultato degli immatricolati per l’università Iulm è quasi eccezionale nella crisi generale di questo corso di studi, con un +15%, e l’industria aiuta.

 

Businessman with cloud computing and connectivity concept

 

Nel senso che le imprese chiedono persone che capiscano la realtà in movimento, gente capace di stare nei processi della propria area professionale, dalla comunicazione ai prodotti. D’altronde l’università non può essere un’abitudine, funziona se fa innesti vitali di persone, idee e progetti. “Abbiamo colto il valore del patrimonio culturale come momento fondante dell’economia del Paese”.

 

In quell’ “abbiamo” il Bastian non crede che possa essere incluso Bruno Vespa, in buona compagnia di quel genio dell’ex ministro Maria Stella Gelmini che disse “La scienza della comunicazione non ha futuro”. Facendo un po’ di confusione tra le discusse facoltà di ‘scienza della comunicazione’, percorso di studio forse a rischio e certo perfettibile, e la «Comunicazione» maiuscola, il comunicare come verbo per declinare il futuro.

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