Scorie nucleari col trucco e deposito nazionale fantasma

Tempismo sospetto e messaggio dell’ex Ad che se ne va. La mappa dei siti per scegliere il cimitero nazionale delle scorie radioattive è pronta da tempo. Ma la sua pubblicazione è attesa dal 20 agosto scorso. Ora chi sta rallentando davvero? In ballo la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente

La spazzatura radioattiva resterà senza casa ancora per un po’. Le improvvise dimissioni dell’amministratore delegato di Sogin, la società incaricata di smantellare le centrali atomiche, rallentano – almeno in apparenza – l’individuazione del nuovo deposito nazionale per le scorie nucleari. Riccardo Casale se ne va facendo rumore dopo soli due anni alla guida dell’azienda di stato. Tempismo sospetto o messaggio chiaro? La mappa  dei siti per scegliere il cimitero delle scorie (CNAPI), è pronta da tempo. Ma la sua pubblicazione è attesa dal 20 agosto. Chi sta frenando tutto?

Versione ufficiale: Riccardo Casale era in totale disaccordo con la gestione del presidente Sogin Giuseppe Zollino, responsabile – secondo l’ex ad – di interminabili e sterili polemiche che fanno perdere di vista la visione complessiva del problema. Traduzione: dal governo tirano il freno per non inciampare su faccende altrettanto delicate. Che Renzi voglia andare all’incasso della legge di Stabilità e della riforma elettorale, prima di discutere dove verranno “seppelliti” i rifiuti radioattivi? Molto probabile.

Ma l’uscita di scena di Casale pone un serio problema al governo. Entro il 31 ottobre il CdA di Sogin deve presentare il piano industriale quadriennale. E non può farlo senza Ad. Ma soprattutto il vero rischio è il blocco delle attività di ‘decommissionig’ delle centrali nucleari. Con l’aggravante dello stop alle attività di messa in sicurezza e il mancato rinnovo contrattuale dei lavoratori precari coinvolti. Insomma, un brutto pasticcio che l’esecutivo dovrà sbrogliare al più presto.

Si affaccia l’ipotesi del commissariamento. Ma il pericolo – avvertono da più parti – è il ritorno agli anni più bui di Sogin, quando l’assegnazione degli appalti in poche mani ha creato situazioni torbide. Alcune di quelle gare sono poi finite sul tavolo del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. Senza considerare che l’Italia rischia già una multa salatissima dall’Europa per non aver ancora reso pubblica la mappa delle aree idonee al deposito nucleare.

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